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LA NEUTRALITÀ PERFETTA DELL’HERMES [PARTE II]

Continua dalla prima parte […]

[…] Nello spiritismo, di cui tutti più o meno siete un po’ infarinati, nel maggior numero dei casi la medianità scrivente non riesce che ad accumular chiacchiere, poiché i pretesi medi non so­no neutri e, con o senza stato ipnotico o di trance, mescolano novantanove parti di piombo della loro mentalità cosciente o incosciente a un centesimo di oro ermetico.
Spesso poeti, improvvisatori, romanzieri, sono i più perfetti medi appunto perché conservano la loro neutralità: credendo di far cosa di arte dilettevole, non si preoccupano di ciò che scrivono o cantano e lasciano parlare integralmente l’ermete loro.
L’aspetto delle cose che colpiscono i nostri sensi, benché costante alla fotografia, nella riproduzione delle tinte varia col variar della luce. In noi, che abbiamo naturalmente un meccanismo di riproduzione superiore al semplice obiettivo fotografico, l’aspetto delle cose varia non solo per differenze luminose, ma per lo stato morale in cui ci troviamo quando le cose prendiamo in esame.
Ciò dimostra che la visione del mondo, in cui si può leggere il bene e il male, ha tanti aspetti soggettivi diversi per quanti sono gli uomini e per quanti possono essere nello stesso uomo gli stati e le sfumature passionali.
Sani di corpo o malati, sonnolenti o allegri, addolorati o beati, le cose che ci circondano ci parlano differentemente.
A intendere l’aspetto vero delle cose occorre lo stato di neutralità perfetta che ci è dato dal perfetto equilibrio di noi stessi.

Giuliano J. M. Kremmerz,
La Porta Ermetica, 1910

 

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