Il bisogno compulsivo di compagnia e di visibilità, molto spesso, è una fuga da se stessi.
Viviamo in una cultura di interazioni e connessioni costanti in cui si esalta la compulsiva ricerca di attività e consenso. La libertà di dare o negare il proprio consenso è oggi una conquista determinata da un gioco di ruoli e da precise regole. In questa cultura di “connessione”, essere soli significa essere emarginati, inadeguati, distanti, strani; significa sentirsi esclusi. Quando l’uomo prende contatto con la propria Essenza, comprende che gran parte di questa compulsiva ricerca di interazioni è una fuga dallo specchio della sua stessa Presenza. (*)
“Quando si intraprende un viaggio, se è vero che la scelta della destinazione, la pianificazione e l’inizio del viaggio verso la destinazione sono decisi da voi e possono risultare una vostra Responsabilità, è altrettanto vero, e non si può dire il contrario, che quello che accade durante il viaggio non è in alcun modo pensabile, programmabile e predicibile. Può succedere che là dove avevate programmato di rimanere un giorno, restate una settimana; là dove pensavate di restare a lungo, siate andati via in tempi rapidissimi“.
“Si dice che i re costruiscano castelli, le corporazioni costruiscano grattacieli e i politici seminino scandali. Ma il Mistico vede la Vita in modo diverso: ogni atto di gentile amorevolezza costruisce Regni di Luce. Questi non sono imperi che troverete su una mappa di Google. Non hanno confini, eserciti o “Pil”. Non possono essere invasi, controllati, tassati o privatizzati. Sono invisibili agli occhi, ma l’Anima si inchina quando varca i loro portali”.
“Il viaggio della Cosxienza è un percorso di discernimento tra il Reale e l’irreale, tra l’Eterno e il transitorio, tra ciò che appare e ciò che è. Risvegliarsi alla Realtà è un ricostruirsi dentro, un ricomporsi integralmente nella Luce del proprio Essere. È riportare Conoscenza laddove c’è Ignoranza, Verità ove ristagna l’Illusione, Compassione dove impera la Separazione, e ciò equivale ad esplorare ogni anfratto della propria interiorità”…
“…la nostra vita è in gran parte vissuta come una reazione ripetitiva e meccanica a stimoli esterni: quello che chiamiamo “io” e “me stesso” è un groviglio confuso di piccoli io in perenne conflitto fra loro. Non c’è individualità, non c’è unità, poiché di fatto l’uomo ordinario è un agglomerato di pensieri, una pluralità di convinzioni e credenze. Da questo assunto consapevole, emerge la necessità di interiorizzarsi sempre più per prendere coxienza che il mondo esteriore è sempre un riflesso dei nostri umori e dei nostri stati d’animo squisitamente interiori“… (*)
In questa puntata, attraverso le voci di Mel e Yapos del Gruppo Altrove, continuiamo l’approfondimento sulla “non espressione delle emozioni negative” (vedi qui) e sull’inevitabile interconnessione ed interdipendenza che caratterizza ogni relazione inter-personale.
“L’uomo ordinario, non conoscendo le influenze esterne che lo governano, sperimenta il suo mondo emotivo in modo estremamente vulnerabile. Le emozioni negative di per sé non possono essere prodotte da cause esterne, esistono perché in noi si attiva per abitudine un “relé”: una risposta interiore meccanica, che accetta e giustifica il movimento attribuendolo a cose e fatti esterni, o associandolo a memorie preregistrate”.
“Accettare ciò che è ci pone in una condizione di vantaggio, ci pone nella nostra struttura interiore dove possiamo permetterci di edificare il nuovo; più cerchiamo all’esterno la corrispondenza e una pseudo-sicurezza e più ci allontaniamo dalla Verità interiore, più edifichiamo dentro di noi e più il mondo esterno si plasma al nostro cambiamento…”.
Dopo aver affrontato il tema della sofferenza e dell’Amore come due forze, alternative tra loro, a cui poterci affidare nei momenti di cambiamento, approfondiamo in questa puntata l’importanza della “Resa” e il suo significato animico ed essenziale, soprattutto in rapporto alla “Relazione” (con gli altri, con noi stessi, con il mondo, con la Vita…).
Lo facciamo attraverso la lettura di un’ispirazione di Hermes (che trovate qui) e il racconto di Yapos e Mel del Gruppo Altrove, con l’arricchente contributo degli ascoltatori che intervengono in diretta nel corso della puntata.
“Ci sono due Forze in questo piano duale di Realtà che si prestano ai cambiamenti che viviamo: l’Amore e la sofferenza.
Quest’ultima sembra essere per la moltitudine la strada prediletta, (…) spesso anche con una tangibile evidenza della verità si preferisce resistere, combattere e soffrire pur di non accettare quanto la nostra parte vera, la Vita stessa, ci mostra con estrema chiarezza.
Se siamo sinceri, se siamo umili riusciamo a vedere”… (*)
In questa puntata, approfondiamo ulteriormente il tema del contatto con l’Ignoto, in particolare con riferimento all’Ignoto che alberga dentro di noi e, di riflesso, nel mondo e negli Altri, che è il grande Ignoto che attrae ed aspira chi vibra nel desiderio di Conoscere se stesso.
Alle considerazioni di Yapos e Mel si uniscono quelle degli ascoltatori che intervengono telefonicamente nel corso della diretta radiofonica.
*
“La paura dell’ignoto distorce le nostre intuizioni trasformandole in associazioni mentali ripetitive, di natura rigide e contrapposte, sminuendo la nostra intima verità. Nulla che sia vero può essere rigido, statico o fisso. La Verità è sempre flessibile”.
“Questa stessa flessibilità appare all’uomo ordinario, congelato nei propri credi, come una minaccia. Egli ambisce e brama la sicurezza certa, fissa, simile ad un muro di pietra al quale appoggiarsi. La rigidità del passato conosciuto appaga quella paura così irrazionale e infondata che esiste nell’animo umano”.
“L’uomo ordinario, per puro conformismo, crede che ciò che sia fisso sia anche sicuro, e ciò che sia flessibile sia invece insicuro. E siccome la verità è vivente, al pari della vita, deve per forza essere flessibile. Ecco perché coloro che hanno paura dell’ignoto temono la verità, la luce e la vita. Credere che la flessibilità sia insicura è uno dei maggiori abissi di cui si nutre la nostra illusione”. … (*)
Ne parliamo in questa puntata attraverso le voci di Yapos e Mel, e degli ascoltatori che si uniscono in diretta sul tema.
“Tutto ciò che portiamo dentro preme per esprimersi. Ci sono numerosi ‘suggeritori’ che inducono a parlare, a dire un’infinità di cose, per lo più senza un reale senso, spesso solo sciocchezze.
Pensieri d’ogni genere e specie, emozioni, sentimenti, paure, timori, ansie, velleità, brame, appetiti e tanto altro sono stipati in noi come elefanti che corrono verso il portale della nostra espressione, della parola”.
“Tutto può uscire dalla nostra bocca se non c’è controllo cosxiente. Ogni sproposito esce dalla nostra espressione verbale senza un reale controllo su di noi”.
“Siamo spinti a parlare, siamo suggestionati a chiarire, a giustificare, a spiegare, a sapere, a predicare, a convincere, ecc., dimenticando che: la parola ha un gran potere sulla materia, e soprattutto sul corpo”. (*)
Ne parliamo in questa puntata de gli Altronauti, attraverso il racconto dell’esperienza di Yapos, a cui si uniscono gli interessanti stimoli degli ascoltatori che intervengono in diretta sul tema.
“Un gruppo è l’inizio di tutto: un gruppo di persone che cercano di vivere in modo più consapevole ha più probabilità di mantenere lo sforzo che la vita pone per Essere oltre l’ordinario”.
“Alcuni di noi sono più vigili, più responsabili, altri meno: ci aiutiamo l’uno con l’altro. Ma l’apparire di questa forma, di questa finalità deve essere riconosciuta, non imposta”.
“Come base di una relazione cosxiente, ogni membro deve conoscere e accettare se stesso innanzitutto. Ognuno deve sentire il bisogno del gruppo, di un mondo attraversato da un certo modo di pensare e di sentire” (*).
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, attraverso le voci di Yapos e Mel, testimoni diretti dell’esperienza del Gruppo Altrove, a cui si uniscono le interessanti considerazioni degli ascoltatori che intervengono in diretta.
Oggi prendiamo ispirazione da uno scritto intitolato “Destino e Fato: lo Scopo“, tratto dal libro “Omeostasi Superior” (pagg. 199-202).
Al commento di Yapos e di Eva, si aggiungono le interessanti considerazioni degli ascoltatori che intervengono in diretta, ampliando la veduta panoramica sulle tematiche trattate, di natura essenziale. Buon ascolto.
In questa puntata diamo inizio ad un nuovo ciclo di letture estratte dagli scritti di Hermes, che sintetizzano e racchiudono le vive esperienze del Centro Altrove, impresse su carta nelle trilogie “Sintesi e Frammenti di Pensiero Vivente” e “La Sacra Realtà” [info qui].
Lo scritto di oggi, commentato da Yapos e Mel, s’intitola “Fiamme e Bracieri” ed è tratto dal libro “Metallurgia Metafisica” (pagg. 32-34).
Arricchiscono la puntata le interessanti considerazioni degli ascoltatori che intervengono in diretta. Buon ascolto.
In questa puntata continuiamo a parlare di Ricorrenza, Ricorsività e Risonanza, soffermandoci in particolare sulla possibilità di uscire dalla ripetizione di schemi e modelli di comportamento, che si esprime attraverso l’Autoattivazione come unione di Attenzione ed Intenzione (ispirati da questo scritto: https://seialtrove.altervista.org/attenzione-intenzione-autoattivazione-2-atto/).
Gli interessanti contributi degli ascoltatori arricchiscono il quadro esperienziale offerto dalla puntata.
“In questo particolare periodo storico, qualcosa di straordinario sta accadendo a coloro che con molta attenzione contemplano l’essenzialità di schemi, simboli, pattern, risonanze, sogni e sincronicità. Non si tratta di rivelazioni spirituali, e nemmeno di un risveglio tout court, ma dell’autoattivazione di uno strato più profondo di cosxienza che comunica con linguaggio simbolico, e ciò avviene attraverso un processo di presenza spontanea noto come ricorsività, modulato da particolari forze psichiche con cui l’individuo entra in risonanza…”.
Prendendo sputo da quest’ispirazione di Hermes (*), in questa puntata parliamo di Ricorrenza, Ricorsività e Risonanza, soffermandoci in particolare sui “pattern”, schemi di comportamento ripetitivi ed autoreplicanti su cui è modellata la nostra personalità “meccanica”.
La mappa non è il territorio; è l’esperienza diretta del territorio che attesta la veridicità della mappa… (…) Tutti i modelli mentali a cui accede l’uomo sono rappresentazioni astratte, immaginate in cosxienza: strutture logiche interpretate dalla mente analitica che le codifica attraverso immagini, simboli e proposizioni, e questi modelli non possono mai rappresentare o essere una verità assoluta.
Ne parliamo con Yapos e Mel del Centro Altrove, sulla scia della puntata precedente, accogliendo le interessanti considerazioni degli ascoltatori di Radio Cooperativa che intervengono in diretta.
“Nessun uomo è un’isola, siamo tutti parte di un vasto continente, in cui ognuno per muoversi consulta la propria “mappa personale”. In quest’ampio spazio d’esperienza esistono varietà e differenziazione, ma questo non ci rende separati, anzi, a ben vedere ci arricchisce.
Tuttavia, la “mappa personale” non è la totalità del continente e se l’uomo vuole davvero conoscere il territorio è chiamato ad esplorarlo, sperimentarlo, viverlo, esserlo…”. (*)
Ne parliamo in questa puntata, attraverso l’esperienza di Yapos e Mel del Centro Altrove, insieme agli ascoltatori che intervengono in diretta sul tema.
“Le Antiche Tradizioni ci ricordano che l’uomo ordinario è in uno stato di cosxienza completamente illusorio e predeterminato; affermano che l’uomo è schiavo delle sue stesse credenze, idealizzate e mai davvero indagate”.
“L’uomo moderno crede di essere libero, ma in realtà è una macchina biologica programmata e programmabile; è un automa completamente identificato con il suo corpo mortale, che lo determina con impulsi meccanici, impressioni, sensazioni, false percezioni, paure senza oggetto, memorie culturali e anche antropologico-culturali, che lo muovono come una marionetta senza fili”… (*)
Ne parliamo in questa puntata, attraverso l’esperienza di Yapos e Mel del Centro Altrove, accogliendo le impressioni ed i quesiti degli ascoltatori che intervengono in diretta.
“Se l’uomo non si risveglia alla sua vera Essenza, è destinato ad un determinismo sistemico e pressoché assoluto. L’individuo ordinario sarà completamente determinato e condizionato dai meccanismi dei sistemi di potere che, oltre la conoscenza esoterica, disponendo oggi di strumenti tecnologici ad altissima potenzialità, lo ridurranno ad un docile animale d’allevamento, o alla meglio, lo ammaestreranno come un fido cane da compagnia. E qui si apre una grande questione…”. (*)
Una questione di cui parliamo in questa puntata, attraverso l’esperienza di Yapos e Mel del Centro Altrove, accogliendo le impressioni ed i quesiti degli ascoltatori che intervengono in diretta.
“Parola e silenzio esistono in funzione l’una dell’altro: il silenzio può essere visto come il foglio bianco su cui si scrivono le parole, mentre la parola è lo strumento attivo per costruire relazioni nella direzione desiderata. Per questo è essenziale affinare la capacità di armonizzarsi con il ritmo che questi due aspetti complementari creano, così da coltivare relazioni sincere e autentiche, dove la comunicazione raggiunge un naturale equilibrio, simile a uno scambio di dare e ricevere”… (*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, in cui le voci “altroviane” di Mel e Yapos si uniscono in dialogo a quelle degli ascoltatori che intervengono in diretta.
(*) Lo scritto di Hermes letto nel corso della puntata è stato pubblicato qui:
La Parola e il Silenzio – 1° Atto
La Parola e il Silenzio – 2° Atto
“Quando l’ignoranza mascherata dal falso sapere ci obnubila, quando i traumi della nostra infanzia rimangono irrisolti, quando seppelliamo sentimenti dolorosi rincorrendo noi stessi come fantasmi alienati nel mondo, non importa quanto successo, fama, potere o “illuminazione” abbiamo; gli “irrisolti”, dalla loro dimora oscura dell’inconscio, finiscono sempre per dettare il discorso e le azioni della nostra Vita. (…)”
“Il viaggio di Risveglio e Guarigione richiede grande Coraggio! Ci verrà chiesto di responsabilizzarci, di crescere e maturare, e di invitare alla luce della consapevolezza idealizzazioni e sentimenti atrocemente scomodi”.(*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti attraverso la testimonianza di Yapos e Mel, accogliendo le interessanti considerazioni ed esperienze portate in dono dagli ascoltatori che intervengono in diretta.
In questa puntata, traiamo ancora ispirazione dallo scritto “Amare è Creare“, ed attraverso le voci di Yapos ed Eva e degli ascoltatori che intervengono in diretta, approfondiamo il tema dell’Amore (essenziale) e della Creazione, insieme ai molti argomenti che emergono dal dialogo radiofonico, tra cui l’immortalità, la creatività, il Dono di sé, i limiti e le Possibilità che caratterizzano il nostro peregrinare nella dimensione di esperienza terrena… e molto altro ancora.
“Tutto acquista senso nella nostra vita ad una condizione: se consideriamo le cose che ci vengono incontro ogni giorno come stimoli per accrescere le nostre qualità di elaborare, accogliere ed amare tutto ciò che siamo e che ci circonda.
È da questo imparare ad accettare la Realtà per ciò che è, che si sviluppa l’impeto creativo di ogni essere umano che vuole vivere e rendere migliore il mondo dentro e intorno a sé”.(*)
“Qualsiasi cosa possiamo fare in una vita, un giorno comunque non ci sarà più; mentre chi, come e cosa saremo diventati ci seguirà nel grande percorso evolutivo dell’esistenza.
Il nostro vero Essere, lo Spirito in noi, porta in sé le tracce indelebili di come ha vissuto le sue molteplici esperienze di ogni vita. Questo, l’unico e importante elemento immortale che si sviluppa e si imprime attraverso la nostra esperienza consapevole.
“Colui che si adopera per riparare un torto, che si preoccupa quando agli altri non importa, che si dona mentre altri pretendono, che rischia mentre altri tremano, che resta in piedi davanti alle difficoltà mentre altri si inginocchiano, che ama mentre altri temono, che guida mentre altri seguono, che vive nonostante le avversità mentre altri semplicemente sopravvivono, che crea mentre altri consumano, che costruisce mentre altri distruggono, che con risoluta fede agisce mentre altri tergiversano, costui, conosce il suo Dio-di-Luce”… (*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, intrecciando le nostre riflessioni ed esperienze con gli interventi in diretta degli ascoltatori.
“Il modello culturale di asservimento e dominio in cui l’umanità è precipitata è basato principalmente sulla separazione sistemica. Questo Paradigma forgia, educa e istruisce i propri utenti – l’umanità attuale – alla scarsità, alla competizione, alla guerra per il potere e alla sudditanza, attributi della natura predatoria che alberga in ogni “primate” umano…”
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, intrecciando le nostre riflessioni ed esperienze con gli interventi in diretta degli ascoltatori.
“Mi piace andare nelle città dove la gente sembra totalmente assorbita. A volte mi sembra di essere in un grande circo: nella strada la gente compulsiva si agita in tutte le direzioni, quasi correndo. Ognuno sembra in uno stato di tensione nervosa, di frenesia, di ansia. Questa è sofferenza, reale, ma non è riconosciuta come tale. Allora mi sono domandato: ma dove correvo io? E dove corrono loro così?” (*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, intrecciando le nostre riflessioni con quelle degli ascoltatori che intervengono in diretta.
“Ogni individuo spera che conquistando un posto nel mondo si ritroverà, ma al tempo stesso teme che sia proprio questo mondo con le sue regole che lo escluderà, lo rifiuterà… tutto secondo la sua volontà.
Il desiderio di essere parte del mondo, della collettività, e allo stesso tempo temere di esserne divorati, è il sottile autoinganno nel quale è crocifissa la cosxienza non-risvegliata. La contrazione psichica dettata da questo stato interiore è sperimentata come separazione tra uomo e mondo, un sentimento che genera paura, solitudine, conflitto e dunque sofferenza”. (*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, intrecciando le nostre riflessioni con quelle degli ascoltatori che intervengono in diretta.
“Nella Vita hai bisogno di qualcuno che creda in te, che ti dia coraggio, che ti ami e desidera che tu sia felice. E siccome nessuno ti starà accanto per sempre, è bene che quel qualcuno sia tu”. (*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, approfondendo la trattazione della Triade Umana secondo la Gnosi (leggi qui) ed in particolare dell’uomo che vive “nel mondo” senza essere “del mondo”.
“L’uomo nel mondo ma non di questo mondo non è rinchiudibile in definizioni, e dunque non va confuso ed etichettato con un epiteto o un’altra credenza. Egli non crede e non aderisce ad alcun dogma, non segue dottrine o correnti di pensiero per giungere alla verità; la verità l’ha trovata arrendendosi alla Realtà”….(*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, approfondendo la trattazione della Triade Umana secondo la Gnosi (leggi qui) ed in particolare dell’uomo che vive “nel mondo” senza essere “del mondo”.
Tre principali rapporti sono possibili nelle relazioni tra l’uomo e il mondo. Questi rapporti, se intesi come regole auree, nel senso di essere soggetti ad una precisa Legge, possono essere visti come tre stati d’esperienza con cui l’Essere sperimenta se stesso.
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti attraverso l’esperienza di Yapos e Mel del Gruppo Altrove, accogliendo gli spunti di riflessione sul tema offerti dagli ascoltatori.
La credenza che siamo forme plurali di Dio volontariamente discese in un mondo-prigione, che abbiamo perso volontariamente memoria, identità e poteri soprannaturali, e che tutto ciò possa essere riguadagnato attraverso la congiunzione mistica, è una delle vedute spirituali più radicali conosciute in Occidente.
“Colui che sceglie la via dell’Essere deve sempre essere pronto ad accettare l’imprevisto, così come saper accogliere il miracoloso: bisogna aver fede. La fede è l’insindacabile ed intuitiva sensazione, anche se intellettivamente inspiegabile, che ci fa realizzare di essere circondati da un’infinita Possibilità in cui tutto è come deve essere”… (*)
Ne parlano, in questa puntata degli Altronauti, Yapos ed Eva, integrando il tema della trasmutazione della sofferenza con le considerazioni degli ascoltatori.
Nel nostro Universo, ogni transizione tra due stati di coscienza genera attrito e nell’uomo tale scontro di forze è vissuto come sofferenza; in particolare ciò avviene quando la paura di essere sopraffatti, l’attaccamento al passato, la sfiducia nelle proprie capacità, o l’ansia esuberante di primeggiare, creano tensioni, conflittualità interiori o false aspettative.
Codesti processi, nel Lavoro di conoscenza di sé, possono essere utilizzati come esperienze trasformative, e divenire il Sale necessario all’Agricoltura Celeste.
La vita dell’individuo che sta percorrendo un sentiero di Trasformazione attraversa crisi profonde. Le crisi non devono spaventare, sono soglie che dobbiamo attraversare: ciò in cui possiamo inciampare, cadere e rimanere feriti, in molti casi è inevitabile, e forse propedeutico al Percorso stesso.
Chi persegue questa Via deve aspettarsi di attraversare ostacoli e difficoltà, avendo come compagne la Sofferenza e la Solitudine, che nel tempo possono rivelarsi foriere di inaspettate Potenzialità.
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Molte antiche tradizioni, inclusi i Vangeli, parlano del Risveglio come prerequisito per la trasformazione. Termini come “vegliate”, “essere vigili” o “stare svegli” simboleggiano la necessità di una consapevolezza più ampia. Ma come possiamo davvero svegliarci? (*)
“La Verità che cerchi non può essere acquistata e mercificata, ma con le giuste condizioni affiora in te per reminiscenza poiché essa, da sempre, è ciò che sei”. (*)
Fonte: https://seialtrove.altervista.org/offerta-2×1-ipermercati-spirituali/
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Un processo di Trasformazione interiore non può essere comprato o trasmesso a pagamento da un illuminato, da un ‘coach’, o da un “trainer olistico”: è il richiamo interiore che educa l’uomo alla vera Via dell’Essere.