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LA FIDUCIA 1/2 – 22 GENNAIO

Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove.

venerdi 22 Gennaio – LA FIDUCIA

1° parte
La paura di sbagliare che alcuni di voi nutrono nell’approcciarsi alle esperienze diventa un grosso limite perchè vi fa rimanere dove siete, non permette un superamento, ossia non permette l’ evoluzione di una data situazione attuale. Nascondersi dietro alla paura è rimanere schiavi della paura stessa, che non fa agire. La paura di sbagliare non fa fare esperienza.
Ma in Verità sbagliare è imparare. Spesso vi accade che dopo aver sbagliato vi sentite in colpa per lo sbaglio fatto, ma ancor di più vi emerge un senso di colpa per il senso di colpa, perché non vorreste sentirvi in colpa: considerate tutto come un errore, uno sbaglio, e di sicuro è così,  ma non riuscite a scorgere l’opportunità di crescita insita in quell’errore. Sbagliare è imparare, per non sbagliare la prossima volta. Quando sbagliate tendete a rassegnarvi. La rassegnazione subentra quando non ci si sente all’altezza (o capaci) di fare qualcosa, si vive una autosvalutazione, che porta alla rassegnazione. Quando incorrete in degli errori, in degli sbagli, o in situazioni che accadono a prescindere da qualsiasi vostro intervento possibile, perchè vi rassegnate? Visto tutto ciò, l’unico modo possibile per affrontare qquesti aspetti è l’accettazione: accettare ciò che è.
C’è un confine molto labile tra limite e possibilita’, perché se siete in accettazione emerge una possibilità, se cadete nella rassegnazione significa che vi sentite di aver perso, di non essere stati bravi, perche’ vi aspettavate di vincere e di essere perfetti. In questo secondo caso vivete non solo una aspettativa, ma anche la competizione con voi stessi: vinco o perdo, bravo o cattivo.
Avete paura di sbagliare perché avete un aspettativa a fare tutto in modo perfetto, credendo che la perfezione esista. Le persone cercano la perfezione nell’aspetto fisico, o in quello emotivo, psicologico o mentale. Su questo piano di realtà dove tutto è imperfetto, la perfezione è solo un concetto mentale, è un aspetto che vive la mente nella sua caratteristica pianificatoria ed organizzativa. La perfezione così come viene pensata dalla mente, non esiste.
Le idee sono degli ideogrammi, e man mano che a cascata discendono nella mente ordinaria possono essere sviluppate in cento modi diversi, diventando cento verità diverse, pur originando dalla stesa fonte, e hanno tutte la stessa valenza per coloro che le seguono. E’ una credenza, è UNA verità, ma non è LA Verità. Le ideologie sono questo. Sono delle verità che poi nel tempo non durano, sono impermanenti, anche se diventano macroconcetti e contenitori energetici molto ampi.
Come abbiamo visto, la mente fisica [l’istinto meccanico, n.d.t.] vi informa, in base ad uno schema volto alla sopravvivenza, attraverso la paura. Questa poi si tramuta in impotenza o rigidità a seconda dei centri di Cosxienza attraverso cui si esprime, e non vi permette di sviluppare ciò che dovete sviluppare. Per fare un esempio: quando M. [un allievo, n.d.t.] mi dice che non ha voglia di venire fino a qui in scooter, è vittima di una memoria fisica che gli dice “è inverno, è freddo, in moto ti congeli, resta a casa, vai domani, tanto cosa cambia”. E’ evidente che non essendoci la voglia di venire, M. vive una impotenza, data dalla mancanza di desiderio a fare questa cosa, perché alla base c’è una memoria fisica di paura: “prendo freddo” e la mente fisica per istinto di sopravvivenza non vuole prendere freddo perché potrebbe morire. L’unica cosa che può irradiare questi tre centri è la Volontà [Terzo centro di Cosxienza, n.d.t.], che discende dall’alto perche’ evolutivamente superiore e volge all’azione quella che prima era impotenza. Ma ci vuole un atto volitivo. C’è da dire anche che il corpo vive una densità tale per cui non è sempre detto che la Volontà, come forma energetica, possa irradiare la densità del corpo che è sempre impegnato a sviluppare miliardi di processi contemporaneamente. A volte il corpo si fa fatica a muovere.
Un esempio molto semplice, ma che rende bene. La mente fisica è quindi un istinto, che informa allo stesso modo M. che non vuole prendere freddo in moto come D. [un’allieva, n.d.t.] che vive un istinto materno e non fa uscire suo figlio in scooter quando fa freddo.
Allo stesso modo la paura di sbagliare, è informata da un istinto, dalla mente fisica: sbagliare equivale a morire, non sopravvivi. Meglio che non fai, solo così sei al sicuro, solo cosi sopravvivi.
Per creare in voi un centro stabile ed equilibrato, che se in oscillazione possa ricentrarsi con rapidità e fluidità, dovete servirvi ad un potere diverso.
In base allo stato di coscienza in cui siamo, possiamo vivere di una stessa esperienza più verità diverse tra loro, in base a come siamo predisposti interiormente.
La realtà esteriore dunque, se non è informata dalla paura, sviluppa un’altra forma. In assenza di paura, e in assenza del suo opposto che è la rabbia, si sviluppa la fiducia. Solo la fiducia può portare all’accettazione, solo la fiducia vi può portare a vedere che tutto ciò che vi accade è una vostra responsabilità perchè è una vostra creazione e dunque la accettate così com’è. Questi processi, propri della natura esteriore di superficie, portano ad oscillazioni repentine che non è detto debbano essere tutte in eccesso se partono da un moto di rabbia o tutte in difetto se partono dalla paura. Possono esserci oscillazioni incrociate, ad esempio sviluppando una prepotenza pur essendo identificati in una forma di rigidità, o compulsivi ma impotenti.
Quando questi processi di oscillazioni vanno all’interno, e li osserviamo interiormente, se sviluppati in eccesso danno adito ad un senso di colpa, se sviluppati in difetto danno origine ad una autosvalutazione. In ogni caso procurano una ulteriore oscillazione interiore perché non c’è accettazione. Dove in superficie c’è fiducia, interiormente c’è accettazione. Quindi volevo portarvi a vedere proprio questo: in ogni cosa che sviluppate, se alla base non c’è fiducia, sarete portati a vivere SEMPRE la colpa o l’autosvalutazione.
Non avere fiducia significa non fidarsi della vita e non fidarsi del fatto che qualunque cosa accada ha un senso prestabilito.
Ogni negativo ha un opposto positivo, sta a voi smetterla di focalizzarvi SOLO sul negativo e iniziare ad osservare anche la corrispondente parte positiva di ogni cosa. Questo è avere fiducia, così si può stare al centro.
Come mai guardate solo il negativo? Forse perché ci siete abituati? Forse perché è un solco così scavato e profondo che ogni volta rifluite lì senza nemmeno accorgervene? Rispondetevi.
Badate che il Vitale [uno dei tre involucri del corpo umano, n.d.t.] e quindi il vitale di ciascuno di voi vive l’eccesso come il difetto in egual modo, non glie ne frega niente che sia rabbia o paura. Il Vitale ha la caratteristica di essere subluminale, immediato, istantaneo, e occorre un lungo lavoro per scorgerlo prima che si muova dentro di voi. E’ molto più veloce della mente.
Cosa voglio dire con questo? Che essendo il solco rivolto al lato negativo così profondo e il vitale così rapido, occorre un Lavoro per potersi volgere a scavare un nuovo solco dentro di voi.

Domanda di un’ allieva: Mi puoi fare un esempio di cosa intendi quando affermi che “il vitale è velocissimo”?

La timidezza che vivi per esempio. Ti accorgi che sei diventata timida quando già lo sei, non prima di diventarlo. Il Vitale quindi ti ha già immerso in una situazione, e solo dopo che è venuta in essere la scorgi, non prima. Altri esempi possono essere quelli di F., quando proietta all’esterno la propria arroganza e la subisce da parte di qualcun altro, che diventa rigido e se ne accorge dopo esserlo diventato. O la rabbia di B., che si scorge di essere arrabbiato solo dopo esserlo diventato. Dovete comprendere che quando vi identificate voi non siete rigidi o arrabbiati, voi diventate le rigidità e la rabbia, che è una cosa diversa.
Osservare il movimento senza RISPOSTA e quindi senza identificarcisi significa rimanere fluidi e fiduciosi.
00.52.48
Il movimento vitale, che possiamo definire Archetipo Vitale, è uguale per tutti. Quando si esprime, per adattamento si fenomenizza in virtù dell’esperienza che la Cosxienza deve fare. Se l’esperienza che la Cosxienza deve fare si sviluppa sempre attraverso di te, la domanda che potrebbe emergervi e’: dunque cosa ci faccio qui? Perché di fatto voi vi credete di essere solo ciò che credete di essere. Ma perché “vi credete” qualcosa? Perché fate fatica ad accettare che i vostri stati e le vostre emozioni non sono altro che la Cosxienza che si esprime attraverso di voi?  Fate fatica ad accettarlo perché non accettare questo fa comodo. A chi? All’ego, è un atto di egoismo non accettare questo. Fa comodo alla personalità di superficie. Ma vivere queste oscillazioni limita o rende liberi? Abbiamo visto che limita, quindi vi fa sopravvivere, non vivere. Chi dentro di voi si muove per la sopravvivenza? La mente fisica. E’ questa che non accetta che è la Cosxienza che si esprime attraverso di voi, perché nell’accettarlo ha paura di morire.
Dovete osservare e comprendere spietatamente questa cosa. Gli fa comodo. Non sa fare altro, vive di questo schema e lo perpetra costantemente.

Per superare questo schema occorre un allenamento costante, quello che siete venuti qui a fare. Perché fate fatica a trasformare questi processi? Siete abituati a sopravvivere, da sempre, e fate fatica a superare questa abitudine. Non è altro che questo. La vostra paura di Essere è direttamente proporzionale alla paura di morire. Senza fiducia dunque, non potete affrontare questo Lavoro. Questo Lavoro non lo fa la macchina, è necessario affidarsi a qualcosa di più alto.
01.02.08

Tutto origina dall’Istinto, poiché tutto è sgorgato dall’istinto, la Vita prima di tutto, e da questa è sgorgata poi la Mente. Tutto deriva dall’Istinto ed è informato dall’Istinto.
Sopportazione e pazienza significano umiltà. Siate umili nell’ affrontate questo Lavoro, affidatevi. Dovete proprio trascendere l’orgoglio, poiché si andrà a lavorare sull’amor proprio.
Trascendete la mente pensante, il pensiero vi lede solamente. La mente organizza, programma e colloca, in questo è utilissima, è un elaboratore. L’importante è non perdersi nelle aspettative che la mente può produrre, non vivere di quelle aspettative.
Il Vitale di ciascuno di voi altro non è che, come la mente, uno strumento. E’ utile allora che ciascuno di voi acquisisca uno strumento diverso, che lo possa inglobare e far schierare a qualcosa di più ampio: l’ Essere Vero, che può utilizzare il Vitale come strumento per manifestare in questo piano. La paura di non-essere è di fatto direttamente proporzionata alla paura che avete di vivere. Di fatto avete paura di non sopravvivere.

L’aspetto attuale, di questa epoca, di fatto ha trasceso tutto questo, la sopravvivenza al giorno d’oggi è assicurata per quanto riguarda l’aspetto del cibo. Oggi questo aspetto si è trasposto sull’emotività. Si ha paura di morire emotivamente, quando di fatto si è già morti perchè si articolano le esperienza solo rivolte alla sopravvivenza emotiva.
Un Lavoro di questo tipo, oggi è possibile perchè abbiamo i bisogni primari sistemati: il cibo, una casa calda, l’acqua disponibile. Non è da sottovalutare questo aspetto, perchè a livello evolutivo non si accede a nessuna spiritualità se prima non si sono sistemati i bisogni primari. E’ qualcosa che viene dopo. La paura che avete, dunque, non è fisica, è vitale emotiva, oltreché mentale, perchè il vostro vitale informa la mente che elabora poi dubbi e incertezze. La Volontà può essere un buon strumento per questo Lavoro, perchè può intimare alle forme emotive negative che emergono di ridimensionarsi, per volgersi alla fiducia.
Attualmente viviamo in un mondo mentale, dove tutto è stato idealizzato, ma cosa è stato idealizzato? Tutto ciò che è relativo a forme vitali emotive e fisiche, processi vitali mentalizzati e idealizzati. La mente se le prende a baluardo ma non sono sue.

Cosa vi sto mostrando? Cosa vi ho fatto vedere in questo momento in merito alle possibili difficoltà che emergono talvolta qui tra di noi?
Prima di tutto che per destrutturare è necessario avere pazienza, una pazienza volta a destrutturare uno schema allo stesso modo di come questo si è strutturato. Passaggio per passaggio.
Poi? Cosa vi ho fatto vedere? Partiamo da D. e poi andiamo avanti cosi ognuno di voi può dirmi cosa gli emerge.

D: CI hai mostrato che abbiamo paura di trasformare, di cambiare le vecchie abitudini e di rinascere a qualcosa di nuovo.
B: ci hai mostrato che abbiamo paura di Essere.
Mo: Mi è rimasto che la paura che viviamo di andare verso il nuovo parte dall’istinto di sopravvivenza
Y: mi rimane la fiducia
G: Siamo ancorati, per paura di morire e per sopravvivenza illusoria, ad una idea che crediamo, illusoriamente, sia Essenza.
F: Che per molti aspetti alla luce di quello che ci hai mostrato, fino ad adesso non sono mai stato.
Me: Che sei una Benedizione, sennò col piffero che vedevo tutte queste cose.
A: Che in realtà è tutto molto semplice e che bisogna Fare e ringraziare.

Quest’ultimo aspetto che ha sottolineato A., il ringraziare, è molto importante, perchè di solito, quando vivete un’esperienza di qualunque natura sia, o quando avete delle acquisizioni, non ringraziate, siete ingrati.
Molti di coloro che progrediscono più velocemente nel Lavoro è perchè sono grati alla Vita che gli mostra dove sono. L’ingratitudine non viene sviluppata perchè alcuni di voi la considerano un’idea, quando in realtà non è per niente un’idea, ma è un fatto, e anche molto solido.
Amore e Gratitudine hanno una corrispondenza molto stretta, sono parenti per così dire.
Tutto quello che avete detto è di certo interessante. Quello che è bene che vi resti maggiormente è: fiducia e benedizioni.
Il Vitale è uno stratega formidabile, è composto da Forze che sono state emanate milioni di anni fa. Al loro cospetto non potete fare altro che abdicare, nello stato di ignoranza in cui versate. Voi avete l’arroganza invece di poter gestire queste forze con la mente.
Tenete comunque presente che il Vitale a sua volta è una emanazione dell’Anima, che quindi ha un potere di emanazione e manifestazione su questi universi. Chiamatela Luce o come volete, è il Supremo. E’ necessario allora che agganciamo questo aspetto.
Fiducia e benedizioni quindi, e gratitudine.
(Continua…)

Hermes

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