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LA DIVINA OFFERTA

… Siccome lo yoga consiste, nella sua essenza, di una rinuncia al modo di vivere, materiale e animale, comune alla maggior parte degli uomini o a quello più intellettuale, ma tuttavia limitato, seguito da una minoranza, per volgersi verso una più ampia vita spirituale, la vita divina, ogni elemento delle nostre energie che viene offerto all’esistenza inferiore, nello spirito di questa esistenza, è in contraddizione col nostro fine e con la nostra consacrazione. Inversamente, ogni energia, ogni attività sottratta agli interessi inferiori, e dedicata al servizio di quelli superiori, è un progresso sul sentiero, una conquista sulle potenze che si oppongono al nostro progresso.

La difficoltà di questa conversione integrale è all’origine di tutti gli ostacoli che si trovano sul sentiero dello yoga. La nostra intera natura e il suo contorno, tutto ciò che compone il nostro essere individuale e quello universale, sono pieni d’abitudini e d’influssi che si oppongono alla nuova nascita spirituale. In un certo senso noi non siamo altro che una complicata massa d’abitudini mentali, nervose e fisiche, tenute insieme da qualche idea dominante, desiderio, associazione — amalgama di tante piccole forze che sempre ritornano secondo talune direttive.

Lo yoga si propone niente­ meno che di spezzare l’intera formazione del passato e del presente costitutiva dell’uomo comune mentale e materiale, e di creare un nuovo centro di visione ed un nuovo universo di attività atti a far luogo ad una umanità divina, e ad una natura superumana.

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Sri Aurobindo, da “La Sintesi dello Yoga”, Vol. 1, Cap. 2: “La consacrazione di sé” [Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1967, I ediz.]


In apertura: immagine di Thierry Ehrmann – fonte: Flickr

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