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I SETTE RIFLESSI

Procedere senza voltarsi indietro: strumenti pratici.

Viviamo e sperimentiamo il mondo sottosopra, siamo immersi in una caverna (la mente pensante) dalla quale scorgiamo solo le ombre delle cose. Proiettiamo all’esterno queste ombre scambiandole per sfavillanti luci, le definiamo “io” e il “mondo”, senza mai dubitare che queste sono solo il riflesso delle nostre convinzioni, delle nostre credenze e strutture personali; in verità, pallidi riflessi della Sacra Realtà che siamo.

La Legge del Sette determina sette principali specchi riflessi che si possono utilizzare nelle relazioni umane e sono antichi strumenti che ci aiutano a riconoscere le nostre proiezioni, le nostre emozioni negative e laddove serva, a trasformarle in concrete possibilità di rettifica evolutiva.

1) Riflesso del momento – Ciò che noi inviamo alle persone che ci stanno accanto. È l’aspetto di noi stessi, positivo o negativo, riflesso negli altri nel momento presente.

2) Riflesso di ciò che viene giudicato – E’ ciò che noi giudichiamo nel presente. Se poniamo molta carica emotiva su delle qualità o negatività e le giudichiamo negli altri, la vita ci pone in condizione di vivere delle esperienze, delle relazioni che ci rimanderanno indietro questi modelli. Una volta che il modello viene riconosciuto ed integrato esso sparirà in tutti gli aspetti della nostra vita perché questa è di natura analogica e olografica.

3) Riflesso di ciò che ho perduto, ceduto o mi è stato portato via – Nella vita rinunciamo consapevolmente o inconsapevolmente ad una parte dì noi stessi (compromesso) per sopravvivere alle esperienze che ci capitano o perché qualcuno esercita un potere su di noi. Quando sentiamo un’attrazione magnetica nei confronti di un’altra persona siamo portati a pensare di essere innamorati oppure non riusciamo a capire perché ci sentiamo così attratti. In quel momento, quando sentiamo un brivido lungo la colonna vertebrale, la vita ci mostra qualcuno che possiede delle qualità, delle caratteristiche che abbiamo perduto e ricerchiamo per recuperare la nostra interezza. Noi siamo attratti da coloro che possiedono ciò che abbiamo perso per rinforzare la nostra mancanza, fin tanto che non lo riconosciamo e lo recuperiamo nella nostra vita.

4) Riflesso dell’amore dimenticato – E’ lo specchio che ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza emotiva compulsiva. Attraverso ogni forma di dipendenza emotiva, per ignoranza, siamo costretti a rinunciare alla nostra essenzialità, alle cose che amiamo di più creando nel tempo un fondo di sconforto e irrequietezza. Non bisogna soffermarci all’alcolista o al drogato, poiché esistono dipendenze emotive molto meno appariscenti che funzionano allo stesso modo. Il modello si crea lentamente nel tempo e può essere riconosciuto e guarito ad ogni stadio senza aspettare di arrivare ai limiti estremi.

5) E’ forse il più potente in assoluto, perché ci permette di vedere con maggiore profondità degli altri, la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori e l’interazione che intratteniamo con loro. Attraverso esso ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le credenze e le aspettative che nutriamo nei confronti del rapporto più sacro che ci sia dato comprendere: il rapporto che intercorre fra noi, la Madre e il Padre, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del Divino, in qualunque modo lo concepiamo. La relazione con i nostri genitori può quindi svelarci il nostro rapporto con il Divino. Per cui, se ci sentiamo continuamente giudicati o se viviamo in una condizione in cui “non è mai abbastanza”, è altamente probabile che il rapporto con i nostri genitori rifletta la percezione errata che abbiamo della nostra individualità in rapporto col Divino. La madre ed il padre terreni rappresentano per noi gli aspetti della divinità come uno specchio potentissimo. In tutta la vita noi profondamente cerchiamo l’amore e l’approvazione dei nostri genitori perché in realtà desideriamo l’amore e l’approvazione Divino.

6) Riflesso della ricerca nell’oscurità – E’ l’oscura notte dell’anima, sono i momenti più difficili che attraversiamo nella nostra vita. Occorre sempre tenere presente che quando attraversiamo queste alte sfide noi possediamo tutti gli strumenti che ci servono per superare la prova che stiamo vivendo. Non accade mai nulla che noi non siamo in grado di affrontare. La vita tende sempre verso l’equilibrio. In questi momenti bui, noi siamo nudi di fronte a noi stessi. Se in questi momenti comprendiamo che la luce e l’oscurità sono ambedue al nostro servizio per sviluppare noi stessi, il nostro corpo lo percepisce e lo riflette anche nei nostri rapporti umani. Così ci è data la possibilità di guarire dalle nostre paure. Se ammettiamo la possibilità che ambedue queste forze siano al nostro servizio potremo guarire dalle paure e provare vera compassione, ed è sufficiente guarire un singolo ricordo per guarire, per risonanza, le nostre paure universali.
Fin tanto che non riusciremo a riconciliare la luce e l’oscurità la compassione non avrà molto senso per noi.

7) Riflesso della percezione del sé – E’ lo specchio più difficile, più sottile da riconoscere. Ci invita a cercare la perfezione nell’imperfezione della vita. Ammettere che ciascuna esperienza è di per sé perfetta e naturale. Osservare le nostre esperienze senza paragonarle a nient’altro. Noi stessi siamo il nostro unico elemento di riferimento per i risultati che raggiungiamo.

Ho detto,

Hermes

Gruppo Altrove

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