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ARCHÈRGON: ORIGINI DELLA COSXIENZA

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Cos’è un apparato psicofisico

Guardiamo cosa è realmente il veicolo che chiamiamo corpo e a cosa serve.
In questo “mondo” quando nasciamo noi siamo un Arkèrgon, un Opera Originaria poiché siamo essere unici ed essenziali.

Per esprimerci come Essenze veniamo dotati di un apparato psicofisico estremamente sofisticato, Divino, delle cui capacità però non sappiamo nulla o quasi, in quanto nulla ci viene insegnato al proposito.
La FORMA che assume questo apparato, un vestito per così dire, è un diretto riflesso, l’OMBRA, di ciò che siamo dentro.
La maestria e l’utilizzo più appropriato di tale Divina e prodigiosa macchina biologica consiste nel farla divenire uno strumento Magico a tutti gli effetti, cioè un apparato, uno strumento, una bacchetta Magico-organica, attraverso cui modificare la Realtà e il Sogno a nostro piacimento.
Modifico dentro e di riflesso strutturo la realtà esterna.
Perché la macchina possa funzionare in questo modo dobbiamo Risvegliarla, portarla alla Vita Reale, in modo da non subire più la sua volontà meccanica (sopravvivenza, paura della morte e istinto di procreazione) ma essere capaci di stabilire un contatto Cosxiente con essa. Il Risveglio di questo apparato psicofisico (la trasmutazione del Piombo in Oro) è un processo di trasmutazione proposto e conosciuto dalla Tradizione alkemica.
Di norma questo processo è lungo e difficile, ma in questo momento di accelerazione a cui siamo sottoposti in questa fase di rinnovamento, possiamo approfittare delle condizioni favorevoli presenti in questo momento storico per dinamizzare di molto il suo svolgimento e ricondurlo entro tempi accettabili alla sua forma primordiale: un ARKERGON, un’opera Originaria.
Ma come fare?
Si necessita di entrare nel vivo dei processi alkemici atti a trasmutare l’uomo in qualcosa di splendidamente superiore, approfondendo la pratica e non solo il concetto di cosa sia realmente il “Risveglio” dell’essere umano.
Il segreto degli alkimisti consiste nel “Ricordo di sé” con la pratica dell’autosservazione, a contatto con il Fuoco della Presenza. Lo sforzo di restare Presenti produce il Fuoco alkemico necessario per l’Opera e sviluppa un nuovo grado di Attenzione.

Il primo passo verso la liberazione consiste in un accurato Lavoro di Risveglio; l’individuo deve cioè rendersi pienamente conto che allo stato attuale sta dormendo. Quando ci destiamo al mattino in realtà non ci svegliamo, ma passiamo da uno stato di sogno a un altro. Se non si è svegli la condizione in cui viviamo la nostra pseudo vita è di perpetuo rintronamento nel quale non si pensa, ma si è pensati, non si provano emozioni, ma si è da esse trascinati, non si gestisce il proprio corpo, ma si subisce la sua fisiologia.
Se si vuole davvero lavorare per evadere dalla neuroprigione in cui siamo rinchiusi, è imperativo innanzitutto che sappiamo di essere all’interno di una prigione. Il più grande ostacolo al Risveglio è che l’uomo pensa di essere già cosciente e pienamente libero. Per avere la certezza di essere in uno stato di prigionia è necessario vederlo con i propri occhi e, magari, rimanerne scioccati. L’ideale sarebbe riuscire a SENTIRE EMOTIVAMENTE l’addormentamento. Lo sforzo di ricordarci di noi stessi nell’arco della giornata ci permette di vedere come siamo fatti e in quale stato viviamo tutti i giorni; serve a farci comprendere che durante il giorno “dormiamo” e di conseguenza non siamo mai coscienti di noi. Viviamo dentro un’allucinazione; non vediamo la realtà e non possediamo alcun potere occulto in grado di modificarla semplicemente perché dormiamo e crediamo di sognare.
Il “ricordo di noi stessi” ci permette di evitare di lasciar scorrere nell’inconsapevolezza la nostra esistenza quotidiana, portando alla Luce anche le zone più nascoste di noi dove si annida in Potenza sia la Colomba che il Serpente, il Cigno e il Drago, utili entrambi per il processo alkemico di trasformazione.

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Nigredo

La prima fase del lavoro alkemico (Nigredo) si riassume nell’affermazione: “Non abbiamo occhi per vedere”. Le parole chiave sono: Autosservazione, non Giudizio e Ricordo di sé.
Autosservazione: Osservare senza giudizio i movimenti che caratterizzano la tua Vita. Puoi oggettivare questi processi di pensiero, che accadono nella testa, con lettere di sintesi giornaliere e nel tenere un’agenda, un Grimorio (un diario di bordo), dove annoti durante il giorni e tutte le sere i tuoi pensieri ricorrenti, le emozioni che provi più spesso e le posture fisiche che ti sono d’abitudine. Metti per iscritto le tue preoccupazioni, le tue gioie, le emozioni che hai provato al lavoro, al mercato, oppure in compagnia degli amici o dei tuoi familiari. Cosa accetti e accogli che ti fa stare bene? Cosa non accetti e rifiuti che ti fa stare male? Fallo ogni giorno, anche se spesso dovrai ripeterti. In questo modo scatti fotografie, imprimi fotogrammi, dello stato di addormentamento della tua macchina, impari a conoscere come FUNZIONA il MECCANISMO BIOLOGICO. È impossibile cogliere la macchina nel sonno, perché nel momento in cui la osservi lei si ridesta e sveglia un po’.
Se durante il giorno ti chiedi: “Cosa stanno facendo le emozioni della mia macchina biologica in questo momento?”, lei è più sveglia rispetto a un attimo prima, perché tu sei in stato di osservazione e l’osservazione modifica l’oggetto osservato. Pertanto quando oggettivi le esperienze, quando scrivi sul tuo diario di bordo, il Grimorio, si tratta di andare a cercare nei ricordi come si comportava la macchina durante il giorno mentre era nel sonno, e non era osservata.
Non è molto simile a quando provi a ricordare i sogni?
Possibile che tu viva un sogno verticale allora? Terribile pensarci, eh? NO per niente, perché accettarlo vuol dire iniziare a pianificare la tua evasione dalla prigione psichica.

Ricordo di Sé 

Il Ricordo di sé consiste nell’autosservazione portata nel momento presente. Istante dopo istante, ti osservi mentre agisci.
Porta l’Attenzione consapevole a ogni movimento del tuo corpo mentre cammini, mentre ti sposti in casa o sul lavoro, mentre guidi, mentre mangi. Resta sempre agganciato al corpo e a ciò che sta facendo Adesso. Non permettere alle tue mani di muoversi senza che la tua Attenzione sia rivolta ad esse. Questo stato si chiama “attenzione divisa”, in quanto una parte della tua Attenzione è diretta verso ciò che stai facendo, mentre l’altra parte è diretta a TE che stai osservando. I movimenti inconsapevoli, meccanici, devono sparire dalla tua Vita. Gli atti vengono pervasi di Pura Azione non filtrata dall’emotività, sono pregni di “intenzionalità”, ogni azione -anche il più piccolo movimento- avviene perché VUOI compierla: questa è Padronanza di sé.
Il Ricordo di sé è una questione di Forza di Volontà.
Devi volere osservarti in quanto hai concretizzato e ritieni che la costruzione del Corpo Psichico, l’involucro dell’anima e l’immortalità che ne consegue, siano tutto ciò per cui valga la pena vivere in questa Vita: Evolverti e Perfezionarti.
È il tuo primo pensiero la mattina appena sveglio e il tuo ultimo pensiero la sera prima di andare a dormire. Anche se ti svegli durante la notte devi immediatamente ricordarti di portare l’Attenzione su quanto stai facendo.
È già difficile con questo genere d’impegno, impossibile senza.

Albedo

La seconda fase del Lavoro alkemico, Albedo, si sviluppa con la capacità di accettare ciò che è e si può riassumere nell’affermazione: “Amate i vostri nemici”, interiori ed esteriori che siano.
È proprio dai nostri “nemici”, spesso immaginari, che riusciamo a guardare proprio ciò che è.
Le parole chiavi sono: Carità, Amore e Misericordia.
Dal punto di vista pratico, nella seconda fase si accede alla totale accettazione che ogni fatto che accade è una mia creazione, cosxiente o meno che sia. Sicché si agisce in questo modo: dopo che hai litigato con qualcuno o hai provato una qualunque altra emozione negativa, appena te ne ricordi, ti prendi un attimo di tempo, ti isoli e ti ripeti:
“Anche se non capisco il perché sono io che ho creato questa situazione, sono io che ho indotto l’altra persona a comportarsi così, affinché potessi vedere il mio limite, la mia difficoltà e trasmutare il mio Veleno interiore in Farmaco, attraverso l’utilizzo del Cuore. Questo è il mio personale Lapis Philosophorum.”

Rubedo

La terza fase, Rubedo, si riassume nell’affermazione: “Non io, ma lo Spirito attraverso di me”. L’espressione chiave è: “Io non esisto, solo Lui esiste”, “Non la mia ma la Tua volontà”, “Io Sono Lui”.
Qui realizzi che tu in quanto individuo separato non esisti e vivi in un’illusione, una prigione mentale, perché di fatto la tua Cosxienza non si trova confinata dentro il tuo corpo ma abbraccia tutte le cose, anzi, tu sei tutte le cose.
Non c’è più differenza fra te, Anima Immortale, e il mondo esterno. Non esiste niente di realmente esterno a te. Significa annullare la tua piccola volontà in favore della Volontà del Padre Divino. Torni a fonderti con l’Unità e ti fai canale per il passaggio e l’irradiazione del Fuoco Sacro (Luce Sovracosciente).
Essere canali equivale a “redimere la materia”, inseminarla e “spiritualizzare la Terra”. La tua Vita smette di essere tua (se lo fosse mai stata poi) e diviene uno strumento al Servizio dell’umanità.
Le tre grandi vie attraverso cui espletare il Servizio sono l’Arte, la Guarigione e l’Insegnamento.

Ho detto
Lux Radix

 

Brano tratto da: “Collana Archetipi in Movimento: Kharma e Dharma – Libertà e Vita, Tavola III, Lume I” (per info, vedi qui)

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