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LE REGOLE 1/2 – 8 MARZO

Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove

Lezione martedì 8 Marzo – Le Regole

1° parte
Prendete un pezzo di formaggio da stagionare. Vedrete che ci mette almeno quattro mesi prima di asciugarsi e cambiare massa costitutiva, questo per mutare la costituzione molecolare. Anche voi, sapete, per maturare e stagionare avete dei tempi. La stagionatura è portare la trasformazione sul corpo, se non si riesce a portare sul corpo lo sviluppo di questo Lavoro che facciamo non si fissa nulla del tutto poiché resta eterico,  rimane nel sottile, evanescente, e risulta un processo che di sicuro dona consapevolezza, ma nei fatti, nella vita concreta, resta vano.

Per fare questo tipo di Lavoro la conoscenza cosi come cerco di trasmetterla sicuramente può essere interessante. Ma questo movimento deve divenire qualcosa in più, perché di fatto è uno studio, pratico, non potete assimilarlo solo perché vi faccio vedere degli aspetti e basta. Dovete poi impegnarvi e studiarvela, a viverla, ad esserla. Ricordate che qui istruisco uomini e donne eccezionali che porteranno fuori questo messaggio, e devono vivere e interagire col mondo. si devono sposare, realizzarsi, fare figli, fare.
La cosa che fa la differenza in questo passaggio e che è utile sposare è proprio una forma di famiglia elettiva, dopo che avete realizzato che il legame con  la famiglia biologica è un limite enorme per il vostro progresso e per la vostra libertà. Se avete fatto questo, se lo avete realizzato, quello che realizzerete poi è che qui dentro state vivendo e sperimentando la vita insieme alla famiglia che avete scelto, che avete liberamente eletto, e dovete dedicargli del tempo, che infine è dedicare tempo a voi stessi. Questa è la base che alla fine deve sostenere questo processo che insieme andremo a sviluppare. Questa è l’unica e sola SINTESI di questo Lavoro. Lavoro su me stesso, creo una sintesi di ciò che sono e per riflesso il mondo esteriore si costruisce sul mio essere sintesi.

Il vantaggio che avete, grazie al processo che qui si sviluppa, è di poter abbinare la conoscenza di Leggi cosmiche con un’esperienza che di fatto già vivete, che avete già vissuto come atto concreto, e quindi mostrare con l’esempio e far vedere che questa cosa fondamentalmente esiste. Poi man mano che la sviluppate acquisirete la capacità di non subire più questa legge meccanica e ripetitiva. In questa fase per sviluppare qualcosa di nuovo si ha necessità di abbandonare il vecchio, il passato, lo schema in cui per ignoranza sono rinchiuso, perché si realizza che quel legame a cui sei connesso non ti fa muovere, non ti permette di procedere in avanti.
Ma qui entra in gioco la Responsabilità.

Come faccio a crearmi un senso di responsabilità? Che cosa devo avere per poterla sviluppare? Devo conoscere l’irresponsabilità. Se devo trasformare una forma di abbandono, devo prima vedere cos’è l’abbandono, come si sviluppa in me. Compreso questo, andrete a metterete un’abitudine su un altra abitudine e la coprirete. E’ come trascrivere dei dati su di un disco fisso già contenente memorie, e le sovrascrivo. Conoscere che ogni opposto ha una complementarietà è un grande passo avanti sul cammino che ho scelto di intraprendere.
Per fare questo dovete vedere l’utilità che porta questo nuovo modo di essere, ma se non vedete l’utilità e perseverate nella vecchia forma non ci sarà alcun cambiamento, non evolverete, perché continuerete a sviluppare quella vecchia ripetizione che di fatto è più comoda.

Tutto ciò che fate lo sviluppate sulla base di ciò che vi piace o non vi piace. Le cose vanno fatte perché sono, non perché ci piacciono. Dovete sviluppare una coscienza che intima l’azione verso la necessità, la priorità, a prescindere del piacere perché solo così c’è un’esperienza reale. Se nell’azione, nel fare, vi lasciate condizione da ciò che di fatto vi piace o non vi piace, selezionerete le esperienze sulla base di quello e significa che qualcosa lo salterete, non lo farete. Dire che qualcosa “mi piace” è in sintesi dire che è perfetto, mentre il “non mi piace” è dire che è imperfetto. E proprio in questo senso di perfezione assoluta si nasconde anche l’integerrima Morale, che decreta cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è bene e cosa è male, cosa è perfetto e cosa imperfetto. Un’esperienza vissuta non può essere articolata su questa base, è Esperienza, punto.
Ci conformiamo cercando di uniformare troppo spesso, non accettando un mondo fatto di diversità.
Rincorriamo degli stereotipi che non sono nostri, viviamo nell’illusione; e vedere questo spesso è destabilizzante.
Per poter fare Realmente esperienza dovete abbandonare l’idea di giusto e sbagliato.

Dove sta la verità? Credete che se aveste fame riterreste sbagliato rubare un pacco di pasta?
Cosa vuol dire trasgredire? Se trasgredite ad una regola, a cosa credete di andare in contro?
Per “regola” si intende la distinzione tra “poter fare” e “non poter fare” una cosa.
E quando trasgredisco una regola cosa accade emotivamente e mentalmente in me? Si innesca una censura che chiamo senso di colpa. Ma chi mi dice che “posso fare” o “non posso fare” una cosa?
Da chi viene ereditata questa credenza, questa formazione che viene accettata, una volta cresciuti, come verità? Viene ereditata tramite la famiglia prima, e confermata tramite l’istruzione dopo.

Queste regole morali servono a conformarci, standardizzarci come massa. Queste regole sociali rendono ogni individuo parte integrante della massa, e fan si che la massa e il singolo individuo sono il riflesso delle stesse regole. Sono regole che ci contengono, e ci limitano, concetti comunemente accettati da moltitudini di individui unici che nell’indrottinamento si castrano non esprimendo la loro unicità.
Come ben sappiamo, tutto ciò che vediamo nasconde l’opposto, un opposto dove chi predica la pace non è altro che un guerrafondaio feroce. Chi predica le regole è al contrario uno sregolato.

Chi va fuori dalle regole, a qualsiasi livello, viene ghettizzato. Anche chi rispetta le regole  allo stesso modo viene ghettizzato, perchè? Perchè qualora non ci sia nessuno di esterno a ghettizzarvi lo fate da soli. Questo accade perché di fatto ci deve essere sempre e comunque qualcosa che non va, è una regola pure questa…

Seguite costantemente le regole cercando di essere perfetti, dei veri “Modelli” e alla fine vivete l’opposto. Siamo quindi esseri unici che cercano di diventare un Modello perfetto… Prima siamo bravi figli, poi dobbiamo essere brave mogli/ mariti e poi bravi cittadini. Figlio modello, marito/ moglie esemplare e cittadino ligio e diligente, questo è perfetto.

Ma chi ha creato questi Modelli? Perché l’ambizione ad essi è così radicata in noi?
Questi modelli sono un prodotto dell’evoluzione della società, si sono strutturati per mantenere in essere centinaia, migliaia, milioni di persone. E quando non siamo questi modelli perfetti emerge in noi un senso profondo di inadeguatezza, un auto giudizio e a seguire il senso di colpa.
Chi riesce a rispettare queste regole? Nessuno.
Tutto questo al fine è puro MANTENIMENTO DI UN ORDINE APPARENTE.

Abbiamo creato degli ordini ispirati dalla mente fisica (cellulare) che però nel passaggio sono divenuti  mentalmente frammentati, si è perso quel senso di unione proprio di un organismo. Queste regole sono un tentativo, un esperimento della coscienza per unificare ciò che ancora risulta essere scisso e frammentato. Abbiamo sposato modelli nel tentativo di “unire insieme” qualcosa che crediamo separato, e li sposiamo nell’attimo in cui nasciamo, automaticamente. Decretiamo che queste regole sono utili per mantenere un sistema sociale ma interiormente non riusciamo a mantenerle/ accettarle/ concepirle, un tentativo fallimentare perché è diretta conseguenza della mente, logica e razionale. Per questo viviamo in perenne conflitto, anche se fatichiamo ad accettarlo.
Il mondo che viviamo è un mondo di logica fatto di nozioni, una mentalizzazione delle emozioni che va ad agire ferocemente sulle immagini e su ciò che procura piacere. Ci identifichiamo in una forma dove la sessualità, che è la nostra creatività, è pari a zero.
E’ utile che voi comprendiate che il singolo e il mondo sono la sessa cosa; se non agganciate questo fatto, il lavoro che andate a sviluppare resterà vano.

Questa cosa si può concettualizzare e rendevi consapevoli, ma la vera trasformazione avviene solo nel corpo.

Un mondo che idealizza persino l’amore rilegandolo in un circuito che definisce “il sentimento”, credete che può essere curato?
E allora come si fa?
Ciò che potete fare è sviluppare un’apertura, che crei recettività, andando a vedere quali sono i vostri movimenti meccanici involontari che vi inducono per abitudine questo tipo di informazioni.
Subite queste leggi/ regole attraverso le leggi del corpo e della vita, leggi che si sviluppano  in larga misura per Impressione e Imitazione.
La cura, parte da una semplice acquisizione: conoscere e accettare che viviamo delle regole che ci sono state imposte e che nel tempo tramite la ripetizione, sono diventati processi meccanici a cui diamo il nome di me stesso e “io”. Processi che definiamo esperienze che spesso non siamo noi a scegliere, ma da cui siamo scelti. La nostra personalità è costruita su queste regole e pertanto, quando non viviamo una di queste forme, sperimentiamo un senso di inadeguatezza, di pochezza. Per cui, fintanto non ci sarà un concreto sviluppo verso il cambiamento rincorrerete solo ciò che definite piacere. Tutte le cose che andrete a sviluppare le farete per piacere; questo è un mondo basato sul piacere.
Viviamo in un mondo che oscilla tra il piacere e il dispiace. Qualora viviamo un piacere trasgressivo ci colpevolizziamo, ci sentiamo in colpa sentendoci terribilmente sbagliati, non perfetti.  La cura è abbandonare le regole per come noi le abbiamo in memoria, accettare che gli altri hanno una loro personale visione che sottostà a delle regole che non per forza dobbiamo condividere.
(Continua…)

Hermes

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