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Archivio dei tag Dane Rudhyar

DANE RUDHYAR: ERUDIZIONE vs SAGGEZZA

Gli Altronauti – puntata di Venerdì 9 Dicembre 2022

In questa puntata parliamo della Saggezza, ovvero di una forma di Conoscenza esperienziale e qualitativa, diversa dalla semplice erudizione, che è invece fondata sulla quantità di dati trasmessi o ricevuti. Una Saggezza poco presa in considerazione, rispetto all’enorme importanza che l’analisi intellettuale ha assunto nella vita odierna, rispecchiata dal dominio del sapere specialistico sopra ogni altra forma di conoscenza e di Coscienza, e che spesso è da ricercarsi proprio… dentro di noi.

DANE RUDHYAR: QUANTITÀ vs QUALITÀ (2ª PARTE)

Gli Altronauti – puntata di venerdì 2 Dicembre 2022 

Ispirati dalle profetiche parole di Dane Rudhyar*, proseguiamo il tema inaugurato nella puntata precedente, chiedendoci come potrebbe essere una Società edificata sul Paradigma della Qualità, sin dall’educazione dei fanciulli, e se tale mondo, apparentemente lontano dal manifestarsi all’esterno, possa già esistere in potenza nelle piccole, grandi vite di alcuni di noi.

DANE RUDHYAR: QUANTITÀ vs QUALITÀ

Gli Altronauti – puntata di venerdì 25 Novembre 2022

In questa puntata parliamo di una visione del mondo e della Vita fondata sulla Qualità e su come possa differenziarsi da una visione fondata invece sulla Quantità, chiedendoci soprattutto in che modo quest’ultima condizioni e plasmi le nostre credenze e le nostre emozioni, sempre più standardizzate, e le nostre vite, sempre più dis-umanizzate.

Durante la puntata vengono accolti gli interventi in diretta degli ascoltatori, intervallati alla lettura di alcuni scritti di Dane Rudhyar, tratti dal libro Possiamo Ricominciare Insieme*.

IL VALORE DELLA SAGGEZZA

 

Qualche anno fa ho vissuto durante l’estate in un piccolo villaggio piuttosto primitivo sulle montagne della Svizzera francese. Intorno alla torre cinquecentesca che era stata ristrutturata e dove ho soggiornato, un vigneto abbastanza grande veniva coltivato dagli antichi abitanti del villaggio. Li ho visti ripetere a intervalli di una settimana due tipi di operazioni meticolose sulle vigne che la mia mente pratica intellettuale pensava si potessero eseguire contemporaneamente, risparmiando manodopera. Ne parlai con la vecchia signora che puliva le mie stanze, chiedendole perché le due operazioni non avrebbero potuto essere fatte insieme. Lei sembrò sorpresa dalla domanda, esitò, poi disse: “È sempre stato fatto così”. Dopo un momento di quello che sembrava essere un pensiero difficile, ha aggiunto: “Alla vite piace di più così”.

La conoscenza del modo in cui una specie di pianta, e la natura in generale, “ama di più” è un tipo di conoscenza molto diversa dal nostro moderno tipo di conoscenza tecnologica. È un tipo qualitativo, non quantitativo. È un “sentire-conoscere”. Non riduce la situazione ad alcune quantità chimiche e ad una serie di misurazioni sul flusso di linfa, o sull’influenza del calore sui tessuti, e così via. Si basa su un tipo di empatia vivente e organica tra l’uomo e la natura – l’uomo all’interno della biosfera alle cui attività partecipa.

IL PARADIGMA DELLA QUALITÀ – 2/2

Lo sviluppo dell’intelletto scientifico moderno è stato un risultato notevole; eppure sembra ora evidente, a giudicare dai fatti reali che riguardano la nostra società e la nostra cultura, che questo risultato è stato acquistato ad un costo tragicamente alto. Ciò che serve è un radicale riorientamento della mente collettiva dell’umanità, lontano dalla quantità e verso la qualità.

Dane Rudhyar

 

– Per leggere la prima parte, clicca qui

 

Come ho già affermato, la coscienza nel senso più ampio del termine, intesa in particolare nelle filosofie asiatiche, esiste ovunque il Principio di Integrità operi nell’universo. C’è coscienza non solo negli animali e nelle piante, ma anche, in una forma più rudimentale, nelle molecole e negli atomi. Il filosofo, poeta, veggente e yogi indù Sri Aurobindo affermava di poter sentire e sperimentare un oceano di coscienza che lo avvolgeva e pervadeva l’intero universo. Ogni insieme esistenziale è in grado di assorbire, assimilare e focalizzare in espressione solo un aspetto di questa coscienza cosmica diffusa; lo fa secondo la capacità specifica del suo sistema di esistenza.

IL PARADIGMA DELLA QUALITÀ – 1/2

 

Tutta la nostra società occidentale è oggi pervasa dall’idea che la misurazione quantitativa possa risolvere praticamente tutti i problemi – non solo quelli sociali e personali, ma anche il problema della conoscenza.
La regola della maggioranza, i sondaggi popolari, i questionari, i test di intelligenza e professionali, le decisioni prese sommando i diversi pro e i contro, sia nella mente di una persona che in una riunione di comitato, sono tutti metodi quantitativi.

IL TEMPO DELLA MUTAZIONE È ORA

Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata di venerdì 1° Gennaio 2021

Una cosa è immaginare i modelli possibili di una nuova società, e tutt’altra cosa è proporre “direttive” per l’azione durante il lungo processo di transizione dallo stato attuale dell’umanità a una condizione globale e armonica dell’esistenza umana. Individui profondamente scontenti e ribelli, e ancor di più il popolo oppresso e/o affamato della Terra, bramano o chiedono con insistenza di agire. Ma che tipo di azione e a quale livello?

SEMI DI UN MONDO FUTURO

Sento che siamo alla  soglia di una nuova era e che ora abbiamo bisogno, più che altro, di un nuovo approccio alle relazioni umane e all’organizzazione sociale.

Abbiamo bisogno di un approccio planetario, abbiamo bisogno di un approccio sintetico.

Abbiamo bisogno di qualcosa in cui l’individuo impari la propria funzione nel mondo perché se devi avere un mondo globale, l’individuo deve essere così ben radicato nella propria identità che può permettersi di cooperare con altre persone in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro cultura, razza, tradizioni e così via. È molto importante, quindi, che uno debba imparare a stabilirsi nella propria identità.

Abbiamo bisogno di un nuovo tipo di essere umano.
Abbiamo bisogno di qualcosa che non si basi più, tanto, sul conflitto, ma su una piena accettazione dell’essere umano totale

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