“Poiché l’Essenza è innata mentre la personalità si forma durante l’infanzia, possiamo capire più chiaramente lo stato dell’Essenza osservando i bambini piccoli. A un bambino, tutto sembra fresco e curioso. Tutto ciò che vede e sperimenta lo penetra profondamente e lascia un’impressione duratura.
La loro capacità intellettuale di nominare ciò che stanno vivendo è ancora non sviluppata, quindi quando vedono un filo d’erba non sanno chiamarlo erba. Un uccello è un miracolo di piume iridescenti, spettacolare nel movimento e nel canto.Man mano che il bambino progredisce verso l’età adulta, il vedere viene gradualmente sostituito dalla conoscenza, e l’Essenza è coperta da un mantello di personalità sempre più rigido e ispessito. Ciò che sperimenta non penetra più direttamente come prima, ma viene filtrato attraverso l’associazione, l’analisi, il confronto e la critica”.*
Ne parliamo in questa puntata de “Gli Altronauti“, andata in onda venerdì 16 Febbraio 2024, con l’interessante contributo degli ascoltatori che intervengono in diretta.
“Esistono solo le cose che abbiamo realizzato attraverso la nostra personale esperienza poiché sono anche le uniche che conosciamo davvero; tutto ciò che abbiamo studiato, udito o letto sono solo belle fantasie”.
“Tuttavia, neanche ciò che è conosciuto è venerabile, giacché il noto si trova entro il raggio della nostra comprensione, mentre è venerabile soltanto ciò che ci anima e ci trascende…”.
Yapos commenta questo spunto di riflessione (che potete leggere per intero qui), attraverso l’esperienza maturata nel centro Altrove.
Parliamo dell’importanza della sincerità nella pratica autoconoscitiva: non possiamo infatti né conoscere noi stessi né accettare qualsiasi cambiamento delle abitudini che ci mantengono fossilizzati ad un’immagine ideale (spesso irreale) se non siamo sinceri, prima di tutto con noi stessi.
Ma essere sinceri significa prendere realmente coscienza della ‘menzogna’ che opera in noi (le ‘storie’ che ci raccontiamo e raccontiamo), di come noi stessi le prestiamo fede, anche attraverso la giustificazione, utilissima a mantenerla in vita e, dunque, a non farci cambiare.
Gli interventi degli ascoltatori apportano ulteriori esperienze sul tema, che fa da miccia per sondare altri strati del nostro comportamento, come l’ammissione dei propri errori, l’assunzione di responsabilità, la vergogna.
Proseguiamo la lettura e commento del capitolo “Costruire il Futuro“*, tratto dal libro “Un Tuffo dal Profondo“, toccando diversi temi che provengono da esperienze personali dirette, come l’idea di Libertà, di Partecipazione, di Responsabilità, di Perfezione e Perfettibilità, anche grazie ai vari e costruttivi interventi di ascoltatori ed ascoltatrici.
Affrontare le difficoltà che la Vita ci presenta lungo il cammino richiede sforzo, sacrificio e assunzione di responsabilità.
Nell’ottica di un Lavoro su di sé, ogni difficoltà nell’affrontarla può rivelarsi una possibilità per scoprire di più su noi stessi, e accedere a risorse che in precedenza non credevamo di avere, a nuove modalità di esistenza che, celate, attendevano solo di essere scorte. Spesso però tale assunzione di responsabilità contrasta con l’abitudine ad appoggiarci facilmente a soluzioni esterne, compromessi e situazioni che, promettendoci di alleviare i nostri sintomi, ci garantiscono di non mettere veramente in discussione noi stessi.
In questa puntata attraverso spunti di diversa natura parliamo di cosa significa assumersi la responsabilità di compiere delle scelte ed accettarne le conseguenze, anche attraverso la conoscenza di alcune leggi che, pur non essendo inserite nei programmi di studio scolastici, presiedono al processo evolutivo di ciascuno di noi.
Gli Altronauti – puntata del 28 agosto 2020
Attraverso un articolo del filosofo Giorgio Agamben e il dialogo che ne consegue con gli ascoltatori, si parla di “medicalizzazione” della vita e di adozione della medicina e delle sue nuove pratiche “cultuali” a nuovo paradigma “religioso“, soprattutto in tempi di “emergenza sanitaria“.
L’occasione si presta anche a trattare la paura della morte e il rapporto che abbiamo
In un “botta e risposta” originale tra Hermes e Yapos, si parla di «società della tecnica», di Libertà di essere se stessi in un mondo di schemi e protocolli, di responsabilizzazione, di poter dare alle cose il loro reale Valore, e di nuovi modelli esistenziali verso cui orientarci per diventare finalmente… Umani.