Yapos prende spunto da una breve lettura per raccontare la sua esperienza di contatto con l’insegnamento di Hermes, che lo ha aiutato a far luce sulle proprie limitazioni inconsce: veri e propri sistemi di difesa automatica della personalità a cui siamo abituati ma che, spesso, impediscono di cogliere la Realtà in modo recettivo per farne tesoro, limitandoci a vivere esclusivamente il mondo (spesso piccolo) del nostro vissuto esperienziale, ovvero del nostro passato.
Grazie ai contributi degli ascoltatori, vengono affrontati con l’occasione diversi temi, tra cui le relazioni con gli altri, l’ascolto, l’apertura mentale, la rigidità e la flessibilità, la vera ‘maturazione’ interiore.
Avere, Essere. Dicotomia, forse inconciliabile, o necessità di coniugare entrambe queste modalità di vita? In che modo si manifesta, nella nostra vita, l’adesione all’una o all’altra?
Ne parliamo con gli ascoltatori, commentando insieme questo testo tratto dal libro “Avere o Essere?” di Erich Fromm:
“L’avere si riferisce a cose, e le cose sono fisse e descrivibili. L’essere si riferisce all’esperienza, e l’esperienza umana è in via di principio indescrivibile.
Ognuno di noi, ogni giorno, racconta e si racconta una storia, ovvero la propria “storia” personale che lo aiuta a definire la propria identità e funge da filtro attraverso cui osservare e giudicare la realtà, e reagire agli eventi della vita.
Eppure, quante altre storie sono possibili, che la nostra visione non comprende, quante altre interpretazioni, di fronte alla Realtà, che di per sé è priva di storie, neutra come un mare calmo in cui compaiono qua e là piccole increspature.
In questa puntata descriviamo le due categorie di ostacoli che ritardano il processo di Risveglio, ovvero le “disposizioni che si oppongono alla correttezza della ricerca”, imputabili all’eredità immediata o educazione difettosa, e le “resistenze inerenti al carattere di ogni individuo”, comunemente chiamate “difetti”, che hanno radici nel nostro mondo subcosciente e non possono essere eliminate, bensì orientate positivamente.
La disamina dell’argomento è un’occasione per parlare del “principale ostacolo all’abolizione di tutti questi ostacoli”, come lo definisce Isha de Lubicz, ovvero la scusa: le giustificazioni che quotidianamente inventiamo per legittimare le debolezze del nostro comportamento.
Prendendo ancora spunto dal testo di Isha de Lubicz dedicato alla preoccupazione personale, trattiamo il tema del paradosso nella vita ordinaria e nel Lavoro su di sé, spiegando perché questo Lavoro sia “contro natura” e cosa si intenda con tale affermazione, alla luce dell’esperienza del Centro Altrove e dell’Educazione integrale ivi praticata come modalità di apprendimento ed Autoconoscenza.
“La lotta per la sovranità del Sé sull’Io è una danza su una corda tesa e un eterno paradosso”.
Con questa emblematica citazione di Isha Schwaller de Lubicz affrontiamo il tema della preoccupazione personale, che negli aspetti pratici della vita può esserci utile se non indispensabile, ma sul piano “essenziale” può risultare addirittura deleteria. Il perché… lo scoprirete nel corso della puntata.
“Benché molte nostre esperienze e ricordi, soprattutto legati ai primissimi anni di vita, vengano rimossi e allontanati dalla Cosxienza, essi tuttavia tentano continuamente di emergere e manifestarsi. Se la mente di superficie impedisce la loro espressione, possono assumere forme negative e compulsive: diventano schemi, programmi, psico-prigioni, ossessioni, atti illogici o nevrosi”.*
In questa puntata degli Altronauti ci interroghiamo sulla natura e la fenomenologia di tali nevrosi, connaturate alle nostre quotidiane esperienze più di quanto siamo consapevoli, soffermandoci sulle sfumature che assumono nella società ‘liquida’ e tecnologica di oggi e sul loro legame con la nostra idea di ‘perfezione’ e di ‘adeguatezza’.
* Tratto da “Sintesi e Frammenti di Pensiero Vivente”, Vol. I, “Metallurgia Metafisica”, Sei Altrove Edizioni per info: vedi qui
Per ascoltare la puntata clicca PLAY (o il link sottostante)
Per sapere chi sono, ho bisogno di sapere cosa in me è Reale. L’ostacolo più grande è l’illusione.
Ognuno di noi, così com’è, è sotto l’influenza dell’immagine di sé. Quest’influenza è molto potente e condiziona ogni aspetto della nostra vita…
Ne parliamo in questa puntata, cercando di tradurre queste arcane parole in esempi di vita vissuta al centro Altrove.
Dalla nascita all’adolescenza sviluppiamo, per naturale evoluzione, una struttura psichica ben precisa che definiamo per convenzione “io”. Si tratta di una struttura formata da una serie di credenze, convinzioni, preferenze, avversioni, che di rado ci capita di mettere in discussione spontaneamente: avere questo coraggio fa invece parte della sfida di conoscere se stessi, per verificare sul campo quanto di ciò che pensiamo corrisponda effettivamente alla Realtà… e darsi una Possibilità per Cambiare.
L’essere uomo, in quanto tale, deve riconoscersi quale elemento doppio: umano e divino; tocca alla propria cosxienza stabilire se essere un tutt’uno col divino o con l’umano.
L’individuo è elemento di transizione, per cui è tutto e non è niente; la sua lotta, il suo travaglio, la sua stessa impotenza derivano dal non sapersi definire e, di conseguenza, dal non sapersi unificare e integrare. Ma questa doppiezza, per fortuna, non è assoluta perché l’elemento umano è solo una “sovrapposizione” alla Pura Cosxienza […].
Nessuno potrà mai distruggere la Divinità che è nell’ente umano, perché gli è intrinsecamente connaturata; il fattore psicologico umano è una semplice proiezione spazio-temporale, una seconda falsa natura che la forza creatrice della mente ha potuto rendere verosimilmente stabile. Attualmente l’umanità vive sotto l’impressione di questa falsa natura fino ad esserne totalmente suggestionata e vittima indifesa. La verità si è capovolta: è reale ciò che appare, è falso ciò che realmente è.
Se anche soltanto “pochi” sanno decisamente distaccarsi da tale cappa ipnotica e dall’altrettanto oppio degli alibi; se sanno avere l’ardire di essere contro l’opprimente fantasma della propria immagine idealizzata
In questa puntata ci soffermiamo sul rapporto che, anche da adulti, la nostra emotività infantile instaura con l’autorità, spesso rappresentata non solo da quelle forze restrittive che ci impediscono di fare ciò che intimamente desideriamo – presentandosi come un nemico da combattere o un padrone a cui asservirsi – ma anche dalle persone che amiamo di più e con cui instauriamo un rapporto di dipendenza.
Conoscere le cose non basta a poter cambiare la propria realtà. Affinché ogni verità possa sedimentarsi in noi e darci la possibilità di utilizzarla come strumento auto-conoscitivo, è necessario un tempo di maturazione che passa attraverso l’esperienza. Diversamente, la convinzione di potercela fare da soli, che l’ego spesso ci suggerisce, non ci rende più “liberi” nella vita di tutti i giorni, ma accresce il peso della maschera sociale che indossiamo (la personalità) a discapito della nostra vera Essenza.
Vi proponiamo la visione di questo interessante video del dott. Mauro Scardovelli, in linea con il nostro sentire:
«Ogni convinzione che abbiamo, ogni pensiero che formuliamo, ha un aspetto cognitivo, ma contemporaneamente ha un aspetto emotivo, affettivo. Ogni idea è anche una Fisiologia, cambiare un’idea vuol dire cambiare fisiologia, chimica interna. Le idee diventano qualcosa a cui è attaccata la nostra sopravvivenza».
TEMPERAMENTO, CARATTERE E PERSONALITÁ
Il Lavoro si articola in tre fasi. Si partirà dal Temperamento, che racchiude in sé la Sostanza e gli aspetti innati (doni e talenti dell’Anima) trasmessi geneticamente, non mediati dalla cultura ed espressione diretta di precise caratteristiche fisiche, emotive e psichiche. Passeremo al Carattere, che viene influenzato fortemente dall’ambiente, che esercita la sua influenza durante l’infanzia e l’adolescenza ed è quindi legato alla storia di ognuno e al patrimonio familiare e culturale acquisito durante lo sviluppo. Infine con la Personalità, che deriva dal latino persona, cioè “maschera dell’attore”, andremo a guardare l’immagine che diamo e che abbiamo di noi stessi, il volto con cui ci mostriamo, e che esprime o cela quanto avviene nel profondo. La personalità e le varie maschere che ne derivano, è il risultato del combinarsi di temperamento e carattere.
I termini “temperamento”, “carattere” e “personalità” sono entrati a far parte del linguaggio comune e spesso sono considerati come sinonimi. Inoltre, l’associazione tra questi termini e l’idea che siano qualcosa di immodificabile e innato (“sono fatto così: se uno nasce tondo non diventa quadrato” ) è molto stretta. In realtà i tre concetti si riferiscono a tre diverse dimensioni dell’essere umano che con la giusta predisposizione, una nuova apertura e muniti di un valido strumento, possono essere non solo modificati ma trasformati ed evoluti. Uno strumento che nel rendere chiari i meccanismi che si innescano nei diversi ambiti della vita di tutti i giorni, ci aiuta a sviluppare un rinnovato punto di vista che mette nuova luce sugli schemi emotivi maturati già dalla prima infanzia e che, nel tempo, determinano i conflitti che spesso procurano sofferenza e che in qualche modo siamo chiamati ad esperire ed affrontare.
Grazie al Lavoro proposto si vedrà che tutti questi movimenti, alla fine, risultano essere una ricerca disperata dell’ ”Essere”. La ricerca di un qualcosa che è andato perso o forse che abbiamo temporaneamente smarrito, una carenza, una carenza Ontica. In sintesi tutti i conflitti, le mancanze, le sofferenze e cosi via, sono determinati da un vuoto interiore che non essendo riconosciuto, viene vissuto come una ricerca compulsiva di esperienza che si traduce immancabilmente in quel mai abbastanza, quel mai essere totalmente soddisfatti e paghi. Questo movimento, comune alla maggior parte delle persone, determina un insofferenza di fondo che sospinge a cercare spesso all’esterno quella forma di pienezza e di Gioia che risulterà, solo dopo un Lavoro su se stessi, essere solo dentro di noi.
Buona immersione
Hermes
Inizio mattino ore 9.30 -13.00 Pomeriggio ore 15.00-18.00
Per il pranzo si potranno usufruire gli spazi aperti con colazione a sacco, oppure previa prenotazione consumare il pranzo presso la Trattoria da Giovanni a 5 minuti dalla sede.
Per info e costi telefonare a: Hermes 335.7559061; Dona 347.1169290; Japos 348.4946379.