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LO SCOPO DELLO YOGA [PARTE II]

Continua dalla prima parte […]

Il mondo è un movimento di Dio nel Suo stesso essere; noi siamo centri e nodi della coscienza divina che comprende e sostiene il processo del Suo movimento. Il mondo è il Suo gioco in cui gioisce di Se Stesso, Egli che è il solo ad esistere, libero, infinito e perfetto; noi siamo le moltiplicazioni di quella gioia cosciente, catapultati nell’esistenza per essere i Suoi compagni di gioco. Il mondo è una formula, un ritmo, un sistema di simboli che rivela Dio a Se Stesso nella propria coscienza; non ha una realtà materiale perché esiste solo nella Sua coscienza e nella Sua espressione. Noi, come Dio, siamo nel nostro essere interiore la Realtà espressa e nel nostro essere esteriore termini di quella formula, note di quel ritmo, simboli di quel sistema. Facciamo in modo di assecondare il movimento di Dio; giochiamo il Suo Gioco; interpretiamo la Sua formula e suoniamo la Sua armonia; esprimiamoLo in noi stessi nel Suo sistema.
Questa è la nostra gioia e la nostra realizzazione; a tale scopo noi che trascendiamo e siamo più vasti dell’universo, siamo entrati nell’esistenza dell’universo.
Lo scopo è trovare la perfezione e raggiungere lʹarmonia. Lʹimperfezione, la limitazione, la morte, il dolore, lʹignoranza, la materia sono soltanto i primi termini della formula, incomprensibili finché non abbiamo scoperto i termini più vasti e reinterpretato la formula stessa; sono le dissonanze iniziali dell’accordatura musicale.

Oltre lʹimperfezione dobbiamo costruire la perfezione; oltre la limitazione scoprire lʹinfinito; oltre la morte trovare lʹimmortalità; oltre il dolore riscoprire la gioia divina; oltre lʹignoranza ritrovare la consapevolezza divina; oltre la materia rivelare lo Spirito.
Perseguire questo fine per noi stessi e per lʹumanità è lo scopo della nostra pratica Yogica.

Sri Aurobindo,
L’Ora di Dio (Sezione II: Sullo Yoga)

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