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IL POPOLO SOVRANO: CARITÀ, AMORE E MATERIALISMO

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Il materialismo brutale ha conquistato le masse per due ragioni sodissime: l’una positiva, l’altra negativa.
  Positivamente percepisce la civiltà come la maggior copia di bene sensibile da offrire alle moltitudini in soddisfazione dei bisogni di tutti i momenti. Le organizzazioni popolari civili sono presiedute dal concetto previdenziale della concezione materialista della vita. Quindi la politica che è scienza di governo delle moltitudini, fa officiale il criterio materialista della distribuzione equa della somma maggiore di felicità, intesa come l’intendono i materialisti puri e semplici.
  Negativamente perché sorride innanzi alla impotenza delle vecchie organizzazioni spiritualiste religiose che non possono dare niente in questa valle di lagrime e tutto rimandano a dopo … che ci è venuto un tiro secco.
  Badate, o lettori, che io non m’immischio di religioni, ma vorrei far comprendere che nella fusione di tutto l’antico scibile sui poteri dell’anima, il cristianesimo officiante cattolico, cioè universale, dovrebbe aver dato a noi tutto quello che oggi indipendenti o contro la sua capacità sociale, gli uomini vanno trovando e ricercando, tal quale come venti secoli fa nella Roma imperiale e nell’Alessandria dei filosofi. L’idea della maggior copia di benefici al popolo sulla terra non è prettamente materialista. Il fondamento essenziale della Carità e dell’Amore, che è supremamente cristiano e civile, o, meglio religioso e umanitario, presuppone il comune vantaggio dei beni della natura e della cooperazione scientifica dei più progrediti in uomini associati.
 
In epoca di tale e tanta deliquescenza buddica, il divino della idea cristiana è maravigliosamente immenso, perché carità e amore presuppongono la solidarietà nella specie, socialmente e idealmente.
  Carpocrate e i suoi gnostici concepivano la comunione del bene in natura come un predicato filosofico e divino, fino ad esagerarlo e profanarlo.
  La divinità del Cristo è nella immolazione del sé a tutta l’umanità: che tradotto in lingua maccheronica vuol dire la immolazione dell’individuo separato (egoismo) alla grande famiglia o specie (altruismo). Giuda Scariotta che tradisce il Cristo è l’umanità che per tredici danari (il possesso del primato) fa del suo spirito divino un demonio separato e tiranno.
  Il materialismo è stato concepito come una libera reazione al teologismo, mentre ne è il figlio primogenito che finisce col non credere più al papà, rompendo i legami di parentela, non credendo più, non possedendo più la fede … che il teologismo già non possedeva: quando l’uomo fa il teologo e teosofizza, quando ragiona e penetra l’anatomia della divinità e ne analizza il cervello non ha più fede: quei tali legami sono rotti, e felice notte. Sapete la famosa favola di Amore e Psiche? Psiche che vuol vedere da vicino Amore, il marito ignorato, che la visitava al buio, lo perdé.
  Ora la Civiltà governa e fa progredire le masse, il popolo sovrano della ragione politica, in proporzione dei benefici materiali come elargizione della tesi meccanica del materialismo scientifico, i cui sacerdoti sommi, novantanove volte su cento, sono a doppia personalità; scientificamente e officialmente increduli a qualunque potere del sentimento, e umanamente, nel santuario domestico, credenti a tante cose che non sono materia: al bene, alla moralità, all’affetto pei figli e la sposa, al dolore, alla provvidenza … spesso alla tale madonna miracolosa, più spesso a una qualunque superstizione popolare, dalla rottura dello specchio al rovesciarsi del sale in tavola.
  Il diavolo che svela i misteri direbbe: non un palmo di netto in questa società d’ipocriti, qui il prete in pubblico predica la fede, in secreto non crede; il dottore miscrede e predica contro di me che pure vivo e penso, e in secreto ha paura di morire senza il prete … Il popolo sovrano non conosce che quello che gli si fa conoscere per il veicolo officiale della scienza costituita a provvidenza statale.

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Giuliano J. M. Kremmerz,
tratto dal «Commentarium» (1910)

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