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IL DESTINO DELL’INDIVIDUO

destino-coattoUna Realtà onnipresente è la Verità di ogni vita ed esistenza; e in tutte le sue espressioni, infinitamente mutevoli e perfino costantemente opposte, la Realtà è una e non una somma di cose.  Brahman è l’Alfa e l’Omega — è l’Unico oltre il quale nient’altro esiste.
Quest’unità, nella sua natura, è indefinibile; non esiste esperienza che possa limitarLo, non esiste concezione che possa definirLo.
Se nella fretta di arrivare all’Unità identifichiamo la Realtà con qualche stato d’essere, escludendo tutto il resto, non arriviamo a una vera unità, ma a una divisione nell’Indivisibile. Poiché anche il Molteplice è il Brahman. Tale fu l’esperienza degli antichi rishi vedici. Fu un’impazienza del cuore e della mente che cercò più tardi l’Uno per negare il Molteplice.
Brahman è entrato nella forma per godere della Sua manifestazione nella coscienza fenomenica. Brahman è in questo mondo per rappresentare Se stesso nei valori della Vita. La Vita esiste in Brahman per scoprire in sé Brahman. E il compimento dell’uomo consiste nel realizzare Dio nella vita; pur partendo da una vitalità animale, il suo obiettivo è un’esistenza divina.
La vera legge dell’autorealizzazione è una comprensione progressiva.  Così come Brahman riunisce a un tempo molti stati di coscienza, anche noi, manifestando la Sua natura, dovremmo abbracciare ogni cosa. Per quanto in alto possiamo salire, saliamo male se dimentichiamo la nostra base. Se, nella nostra attrazione verso lo Spirito, rifiutiamo la Mente e la Materia, non potremo realizzare il Divino integralmente, né soddisfare le condizioni della propria manifestazione di Sé.
Nella Vita vi sono tre generali forme di coscienza: individuale, universale e trascendente. Ciò a cui noi diamo generalmente il nome di Dio, è uno stato non tanto sovracosmico quanto extracosmico. La visione integrale dell’unità del Brahman evita queste conseguenze, poiché Quello che trascende il mondo è uno con l’universo, così come l’individuo è un centro dell’intera coscienza universale.
Brahman non è vincolato né alla sua unità, né alla sua molteplicità. Egli è libero e assoluto, e in virtù di ciò può darsi forma, stabilendo questa molteplice unità nei tre stati del subcosciente, del cosciente e del sopracosciente. Nel cosciente, l’ego diventa il punto superficiale nel quale può emergere la consapevolezza di sé.  Quando l’individuo trascende l’ego, comincia a includere in sé il sovracosciente. Questa liberazione individuale è il primo passo verso l’azione divina.  Essere perfetti come Lui è perfetto è la condizione per realizzare integralmente il Divino che siamo.

Da La Vita Divina di Sri Aurobindo

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