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CUORI D’ALTROVE

Cari tutti e care  tutte, eccoci qua. L’Angolo di Hermes, oltre alle ispirazioni poetiche che vi ha offerto in queste ultime pubblicazioni, torna ad ospitare alcune lettere dei suoi allievi… allievi alla scuola della Vita, anzi, dell’Esistenza. A voi la lettura.


Caro Hermes,
Ben tornato!
Da quanto emerge dalle poche righe relative all’esperienza che avete fatto e da come mi sentivo che sarebbe stata la vostra esperienza lì dove vi siete recati, sono certo che sia stata una visita ed una esperienza ricchissima, sono curioso di sentirne i contenuti!
Leggendo la mail che mi hai mandato la prima domanda che mi sorge è: perché la coscienza di superficie con le sue aurore ingannevoli, benché sia solo luce parziale, sembra tutto? Come mai il cammino di risveglio non è il percorso a cui l’umanità è per sua natura volta? o meglio: cos’è che lo impedisce su larga scala e perché? Parliamo di cronicità dell’ignoranza, ma come mai l’uomo cresce per tornare bambino e risvegliarsi alla vita quando potrebbe farlo fin da subito, fin dall’infanzia?
Queste alcune delle domande che mi assillano di tanto in tanto.
Che tutto sia coscienza a volte mi sembra chiaro a volte no, a volte il mistero della creazione per un istante non è più mistero, per un istante appare lucidamente, per poi tornare nell’ombra. Non fraintendermi, lontanissimo sono dalla comprensione e dalla conoscenza. Credo che l’inganno del tempo sia l’artefizio meglio architettato per interrompere e spezzare la totalità, ma l’uomo oggi esiste nel tempo e con il tempo l’uomo deve fare i propri conti: appuntamenti, lavoro, scadenze di vario genere ecc…
La coscienza è oscura, dato che è essa stessa che ha prodotto, in un certo qual modo, il tempo, pur essendo questo volto a spezzare la totalità della coscienza. E allora che fare? Credo che una volta agganciata la verità che vede la totalità della coscienza, non resti altro da fare che darne testimonianza, con lo scritto la parola la propria condotta le proprie opere e/o missioni, (per citare due nomi che mi fanno venire in mente la tradizione liturgica cattolica) e così facendo perpetrarla, continuarla, alimentarla.
Sono convinto anche io che i fallimenti siano momenti di reindirizzamento verso qualcos’altro che avvicina sempre più la realizzazione dello scopo, quando non lo agganci già di per sé.
Credo, come te, che per agganciare davvero una evoluzione delle umane sorti e un risveglio individuale vada seriamente ritrovato quel legame intimo che parla con il linguaggio dell’unità, e questo è quanto di più potente possa fare il cuore, è vero.
Dal canto mio questa pasqua è passata dopo che aveva già anticipato i propri germi nei primi mesi del nuovo anno che ho vissuto fin ora, ed è stata una pasqua che mi vede profondamente cambiato, visibilmente diverso, una pasqua che lascia dentro di me un chiaro segnale di resurrezione, individuale e non, nel senso che da un lato mi sento risorto io stesso, con nuovi occhi (che sto allenando) con cui vedere le cose, gli altri, il mondo, e dall’altro sento di essermi agganciato ad una resurrezione che trascende chiaramente l’aspetto individuale, per collocarsi in un piano di realtà collettivo-universale, che supera pure il piano sottile per divenire un piano cosmico.
Lunga è la strada che mi aspetta. Aver incontrato Altrove sulla mia via di certo non è stata una casualità.
La bellezza è, poiché risiede in ciascuno di noi, ma spesso ce lo dimentichiamo.
Grazie per le parole che condividi con noi, è bello leggerti
A presto

Frey


Caro Hermes,
questo fine settimana mi è stato molto utile per vedere aspetti che fino a prima non avevo colto.
Mi sono sentito e visto diverso nel mio atteggiamento interiore di adesione a questo Lavoro, che vedo sempre più come un Lavoro ed un’espressione del mio Essere, quello autentico la cui riverenza ed obbedienza è l’unica forma di Libertà davvero possibile dalla prigione dell’ego, degli aggregati psichici e dei cosiddetti diavoli. Queste esperienze ci forgiano, ci depistano, talvolta tentano di avere la meglio su di noi, ma ci vuole una grande luce per entrare nei meandri oscuri senza rischiare di caderci dentro… alcuni ci si immergono senza questa luce e ci restano, risucchiati, altri ne fuggono, alti per timore vi si tengono lontani ma senza una grande luce interiore a volta non si scelgono certe immersioni… e questa è una immersione (ed emersione) recente.
Mi sono sentito al mio posto nell’Alchimia della sintesi, sia del Cipresso sia della quintessenza, ma al contempo grazie a Te ho potuto notare quando il corpo si stancava, aveva freddo, ecc e quella parte di me mi sabotava. Stessa armonia nel raccogliere i fiori.
In tutte le attività che sono state fatte però rimaneva spesso la distrazione, in un aspetto di attenzione da sviluppare.
Il Lavoro si è arricchito di un importante contributo come quello di Francesco, che rispecchia ciò che vedo come ibrido tra femminilità e sua distorsione e questo mi riflette, ma soprattutto mi ha riflettuto l’insicurezza, la timidezza, la grande mancanza di stima di sé….anche se camuffate dietro un’apertura vitale ed una loquacità. Ma in Francesco ho visto anche il sapersi mettere in gioco sin dall’inizio senza eccessivo timore, cosa che probabilmente Jacopo non riuscirebbe a fare. Un armonizzarsi con il gruppo. In alcuni suoi aspetti come l’insicurezza-loquacità ho visto anche il modello di F. (amico d’infanzia) e ho scorto un relazionarsi agli altri, con timore di non essere accettato, che spinge a volersi rassicurare di non essere ciò che gli altri e soprattutto noi non accettiamo di noi stessi, in questo caso la spontaneità. Ma soprattutto in questi giorni ho avuto modo di accorgermi, nonostante tutto il tempo che faccio questo percorso, che la tua rudezza è solo una mia illusione, o almeno un aspetto parziale, anzi il tuo ruolo nei nostri confronti richiede una sensibilità non da poco nel trasmettere qualcosa al nostro essere, che richiede una grande sensibilità, quindi una parte femminile, nell’usare con chi la “rudezza”, con chi la sensibilità, nell’aspettare il giusto tempo per le cose e per le esperienze. Solo un grande essere femminile, non solo una guida maschile e paterna, riescono a fare questo.
Due momenti di rifiuto li ho vissuti uno venerdì quando mi hai fatto notare che una parte di me non aveva voglia di stare all’alambicco (e in precedenza una autosvalutazione per i fiori), una sabato quando in cucina non era stato apparecchiato per me. In realtà me ne ero accorto in precedenza ma credevo che Silla non si fermasse a pranzo con noi e che quindi non ci fossero state sviste. Ad ogni modo quel rifiuto l’avevo creato perché io avevo auto-rifiutato una parte di me, perché un mio amico (A.) mi aveva invitato a cena e dentro di me non volevo andarci quella sera, era una forma di svogliatezza. Poi in realtà durante quella cena avrei dovuto vedere delle cose ed andarci, ma probabilmente quel rifiuto era quella stessa parte di me che in sogno emergere da luoghi subcoscienti per ucciderlo, distruggerlo, e paradossalmente era l’alter ego di quell’altra parte di me che invece lo mitizzava: lo stesso Asura, credo. Ed in effetti comprendo come funzionano gli aggregati psichici, che utilizzano le nostre credenze, vere o meno, ma nella nostra mente di superficie spesso o sempre frammentate e distorte, per portarci dove loro vorrebbero portarci e crearci delle forme di conflitto interiore che altrimenti, in assenza di giudizio mentale istantaneo, che deriva una scelta tra “mi piace” e “non mi piace” dell’essere nervoso, mentalizzato, creano una frattura in noi che ci priva di energia, ci distrae da noi stessi. E in quel caso questo distorcimento utilizzava una interpretazione che la mia mente superficiale aveva dato alla figura di A. per crearmi dei dubbi costanti, per farmi mettere in discussione il Lavoro che facevo, e in realtà distorcendo molto spesso anche quello che recepivo da A. Questo esempio credo si potrebbe applicare a qualsiasi cosa. E vivere quel sogno in cui emergeva una mia parte diabolica che lo voleva uccidere è stato… chiarificatore ed esorcizzante. Poi ho parlato anche a lui ieri sera di questo sogno e nel farlo mi sono sentito più libero di dirgli una cosa che normalmente non si direbbe per paura di quello che l’altro penserebbe di te, e lui come te mi ha detto di non giudicare quanto accade in queste situazioni per non creare suggestioni inutili.
In ogni caso, sento in me, Vero e reale, un allineamento con questo Lavoro, che è l’unico Lavoro possibile, è un Lavoro Autentico e Divino, un vero Servizio che attende, strato dopo strato, perfezionamento dopo perfezionamento, di rivelarsi tale e di poter Essere. E provo per te Hermes una immensa Gratitudine per l’Amore vivo che nutri per noi e manifesti in ogni tuo gesto, in ogni tuo protenderti a noi. Solo un Padre Vero e Autentico può essere da guida per i propri figli nell’insegnare loro la più Reale Obbedienza al Proprio Essere. Questa è la Disciplina. Questo l’Amore. È permettersi di Essere e di Essere Amore.
Grazie Hermes.
Con Gratitudine immensa e Amore

Yapos
servo di Dio

Gruppo Altrove